'Con gli accordi FIAT
di Pomigliano e Mirafiori Sergio Marchionne porta nelle relazioni industriali italiane
uno stile nuovo che presenta però luci e ombre'. E' l'opinione dell'economista Luigino
Bruni, docente a Milano-Bicocca e all'Istituto Sophia dei Focolari. 'E' vero che
con la globalizzazione le imprese non sono più legate al territorio e i sindacati
non possono comportarsi come vent'anni fa - spiega Bruni. 'Ma la FIAT non può chiedere
un nuovo patto sociale e poi dare ai suoi manager - Marchionne compreso - stipendi
centinaia di volte superiori a quelli degli operai. Ci vorrebbero segnali di una
nuova stagione contrattuale dove l'impresa si regge sulla cooperazione tra capitale
e lavoro. Insomma, si chiede più flessibilità ai lavoratori, ma manca un ripensamento
del capitalismo'.