Motu Proprio del Papa: nuove leggi contro riciclaggio e finanziamento del terrorismo.
Padre Lombardi: trasparenza e credibilità
E’ stata pubblicata oggi la Lettera apostolica del Papa, in forma di Motu Proprio,
per la prevenzione e il contrasto delle attività illegali in campo finanziario e monetario.
Ce ne parla Sergio Centofanti.
"La pace purtroppo, ai nostri tempi,
in una società sempre più globalizzata – scrive Benedetto XVI nella Lettera apostolica
- è minacciata da diverse cause, fra le quali quella di un uso improprio del mercato
e dell'economia e quella, terribile e distruttrice, della violenza che il terrorismo
perpetra, causando morte, sofferenze, odio e instabilità sociale". Per questo, la
Santa Sede – afferma il Papa - “approva” l’impegno della comunità internazionale nel
dotarsi di “principi e strumenti giuridici” contro “il fenomeno del riciclaggio e
del finanziamento del terrorismo” ed “intende far proprie queste regole nell’utilizzo
delle risorse materiali che servono allo svolgimento della propria missione e dei
compiti dello Stato della Città del Vaticano”. I nuovi provvedimenti, validi per lo
Stato della Città del Vaticano e la Santa Sede, riguardano anche lo Ior, l'Istituto
per le Opere di Religione, riconfermando in questo modo l'impegno di quest'ultimo
a operare secondo i principi e i criteri internazionalmente riconosciuti. Ascoltiamo
in proposito la nota del direttore della Sala Stampa vaticana padre Federico
Lombardi.
La pubblicazione
odierna di nuove leggi per lo Stato della Città del Vaticano e per i Dicasteri della
Curia romana e gli Organismi ed Enti dipendenti dalla Santa Sede è un evento di rilevante
importanza normativa, ma anche di significato morale e pastorale di ampia portata.
Tutti gli enti connessi con il governo della Chiesa cattolica e con quel suo “supporto”
che è lo Stato della Città del Vaticano, vengono da oggi inseriti, in spirito di sincera
collaborazione, nel sistema di principi e strumenti giuridici che la comunità internazionale
sta edificando con la finalità di garantire una convivenza giusta e onesta in un contesto
mondiale sempre più globalizzato; contesto in cui purtroppo le realtà economiche e
finanziarie sono non di rado campo di attività illegali, come il riciclaggio di proventi
di attività criminose e il finanziamento del terrorismo, veri pericoli per la giustizia
e la pace nel mondo.
Il Papa afferma senza mezzi termini che “la Santa
Sede approva questo impegno” della comunità internazionale “e intende far proprie
le regole” di cui essa si dota “per prevenire e contrastare” questi fenomeni terribili.
Da sempre le attività illegali hanno dimostrato una straordinaria capacità di insinuarsi
e di inquinare il mondo economico e finanziario, ma il loro svilupparsi a livello
internazionale e l’uso delle nuove tecnologie le hanno rese sempre più pervasive e
capaci di mascherarsi, cosicché per difendersi è diventato urgentissimo costituire
reti di controllo e informazione mutua fra le autorità preposte alla lotta contro
di esse.
Sarebbe ingenuo pensare che l’intelligenza perversa che guida
le attività illegali non cerchi di approfittare proprio dei punti deboli e fragili,
talvolta esistenti nel sistema internazionale di difesa e di controllo della legalità,
per insinuarsi al suo interno e violarlo. Perciò la solidarietà internazionale è di
importanza cruciale per la tenuta di tale sistema, ed è comprensibile e giusto che
le autorità nazionali di vigilanza e gli organismi internazionali competenti (Consiglio
d’Europa e, in particolare, il GAFI: Gruppo di Azione Finanziaria Internazionale contro
il riciclaggio di capitali) guardino con occhio favorevole gli Stati e gli enti che
offrono le garanzie richieste e impongano invece vincoli maggiori a chi non vi si
adegui.
Ciò vale naturalmente anche per la Città del Vaticano e gli
enti della Chiesa che svolgono attività economiche e finanziarie. La nuova normativa
risponde quindi insieme all’esigenza di conservare un’efficace operatività agli enti
che operano nel campo economico e finanziario per il servizio della Chiesa cattolica
nel mondo, e – prima ancora - all’esigenza morale di “trasparenza, onestà e responsabilità”
che va in ogni caso osservata nel campo sociale ed economico (Caritas in Veritate,
36).
L’attuazione delle nuove normative richiederà certamente molto
impegno. C’è la nuova Autorità di Informazione Finanziaria da avviare. Ci sono nuovi
obblighi da rispettare. Nuove competenze da esercitare. Ma per la Chiesa non può venirne
che bene. Gli organismi vaticani saranno meno vulnerabili di fronte ai continui rischi
che si corrono inevitabilmente quando si maneggia il denaro. Si eviteranno in futuro
quegli errori che così facilmente diventano motivo di “scandalo” per l’opinione pubblica
e per i fedeli. Insomma, la Chiesa sarà più “credibile” davanti alla comunità internazionale
e ai suoi membri. E questo è di importanza vitale per la sua missione evangelica.
Oggi, 30 dicembre 2010, il Papa ha firmato un documento di genere per lui un po’ insolito,
ma di grande coraggio e grande significato morale e spirituale. E’ un bel modo di
concludere quest’anno, con un passo concreto nella direzione della trasparenza e della
credibilità!