2010-12-30 16:29:36

Haiti: continua l'emergenza colera per i terremotati


Haiti vive ancora in una situazione di emergenza a quasi un anno dal terribile terremoto del 12 gennaio scorso. Ricostruzione che tarda a partire, colera per il quale si calcolano 40 vittime al giorno e situazione politica di crisi post-elettorale. Ma come ha passato il Natale appena trascorso la martoriata popolazione haitiana? Anna Rita Cristaino lo ha chiesto suor Martha Seide, Figlia di Maria Ausiliatrice haitiana:RealAudioMP3

R. - Un Natale molto particolare, perché tanta gente non sente la festa, nonostante le strade siano sempre affollate, ci sia sempre un traffico impossibile ed una grande ricerca di vita… realmente la situazione è sempre molto difficile e la vita è dura. Per i cristiani, questo momento, è una riscoperta del senso profondo del Natale: le chiese sono tutte piene, anche quelle allestite fuori o sotto una tenda. La situazione stessa obbliga ad andare all’essenziale, a puntare su ciò che è veramente il Natale: l’essenziale del mistero.

D. - Che tipo di iniziative avete messo in atto in questi giorni?

R. - Abbiamo terminato tutti i programmi della scuola e per tutti coloro che vivono in case-famiglia cioè, case in cui ospitiamo 40-50-80 persone che vivono con noi abbiamo cercato di celebrare insieme la notte di Natale, con la celebrazione eucaristica e poi con la festa: in modo da far loro vivere la loro l’infanzia, seppure in questa situazione di fragilità.

D. - La gente vive ancora nelle tendopoli?

R. - Sì, ancora tantissima gente vive nelle tendopoli, che ora cominciano anche a non tenere più: dopo un anno con sole, pioggia, vento e cicloni queste tende non tengono più.

D. - In che modo riuscite a dare speranza?

R. - La ricostruzione è indispensabile ed è soprattutto urgente, perché la gente ha bisogno almeno di un minimo di dignità. A mio avviso, però, la ricostruzione materiale deve iniziare anzitutto con la “ricostruzione dell’umano” e questa ricostruzione passa necessariamente attraverso l’educazione: le nostre scuole sono aperte anche oltre l’orario scolastico proprio per cercare di creare un ambiente educativo per i ragazzi. Quando si vede quella che realmente è la situazione attuale a livello politico, ma anche nell’incapacità di mettersi d’accordo e nel far prevalere la ricerca del proprio interesse ci si rende conto di quanto importante sia il compito dell’educazione: dobbiamo iniziare proprio da questi elementi! Penso che l’educazione responsabile della cittadinanza sia qualcosa che dobbiamo operare, perché solo così potremmo sperare che questi ragazzi, crescendo, riusciranno a pensare ad una nazione, ad una collettività. E’ tempo che Haiti sia autonoma: quello che le serve, in questo momento, è un aiuto che aiuti proprio la formazione delle persone. (mg)








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