Rischia di precipitare la situazione in Costa D’Avorio: i sostenitori del presidente
uscente Gbagbo minacciano di assaltare il quartier generale di Ouattara, riconosciuto
vincitore alle passate elezioni presidenziali da tutta la comunità internazionale.
Ouattara è infatti rinchiuso al Golf Hotel di Abidjan, insieme ai suoi fedelissimi,
protetto dai 800 caschi blu. Intanto, lunedì prossimo tornerà nel Paese africano la
delegazione della Comunità economica dell'Africa occidentale, incaricata di mediare
tra i due leader. E mentre continua lo stallo nelle trattative, L'Ue ha deciso di
rafforzare le sanzioni contro l'entourage Gbagbo. Dal prossimo mese, salgono
a 61 le persone a cui verranno congelati i conti e negati i visti.
Sudan Il
Sudan ha annunciato che, in caso di mancato accordo coi capi dei ribelli in Darfur
entro la fine della settimana, si ritirerà dai colloqui di pace attualmente in corso
a Doha. In quel caso, il presidente sudanese, Omar el-Bechir, ha dichiarato che organizzerà
negoziati diretti.
Algeria L’esercito algerino nell’ultimo mese ha
condotto una maxi operazione antiterrorismo in Cabilia, che ha portato all’uccisione
di almeno 50 presunti affiliati ad Al Qaeda nel Maghreb islamico. E almeno sette membri
della rete di Osama Bin Laden sono finiti in manette in Iran. Sono accusati di proselitismo
in favore di una dottrina che prevede una rigorosa interpretazione dell’Isalm sunnita.
Afghanistan Ancora
violenza in Afghanistan. Almeno 14 civili, fra cui donne e bambini, sono morti oggi
quando il minibus su cui viaggiavano è finito su una mina collocata sul ciglio della
strada, nella provincia del Helmand. Nel mirino della guerriglia integralista anche
le truppe straniere: due razzi sono stati sparati contro la base aerea statunitense
di Bagram, a nordest di Kabul, senza apparentemente causare danni.
Israele In
Israele, il Tribunale distrettuale di Tel Aviv ha riconosciuto l’ex presidente Katzav
colpevole di due casi di stupro, compiuti tra il 1996 e il 2007, ai danni di sue ex
dipendenti. Rischia una condanna a 16 anni di reclusione. I giudici hanno valutato
densa di bugie la versione dei fatti fornita da Katsav che nel 2006 – data di inizio
del procedimento – aveva riferito alla corte di essere vittima di un ricatto. Il Tribunale
ha accolto quasi totalmente la linea dell’accusa.
Haiti Haiti vive
ancora in una situazione di emergenza a quasi un anno dal terribile terremoto del
12 gennaio scorso. Ricostruzione che tarda a partire, colera per il quale si calcolano
40 vittime al giorno e situazione politica di crisi post-elettorale. Ma come ha passato
il Natale appena trascorso la martoriata popolazione haitiana? Anna Rita Cristaino
lo ha chiesto suor Martha Seide, Figlia di Maria Ausiliatrice haitiana:
R. - Un Natale
molto particolare, perché tanta gente non sente la festa, nonostante le strade siano
sempre affollate, ci sia sempre un traffico impossibile ed una grande ricerca di vita…
realmente la situazione è sempre molto difficile e la vita è dura. Per i cristiani,
questo momento, è una riscoperta del senso profondo del Natale: le chiese sono tutte
piene, anche quelle allestite fuori o sotto una tenda. La situazione stessa obbliga
ad andare all’essenziale, a puntare su ciò che è veramente il Natale: l’essenziale
del mistero.
D. - Che tipo di iniziative avete messo in atto in questi
giorni?
R. - Abbiamo terminato tutti i programmi della scuola e per
tutti coloro che vivono in case-famiglia – cioè, case in cui ospitiamo 40-50-80
persone che vivono con noi – abbiamo cercato di celebrare insieme la
notte di Natale, con la celebrazione eucaristica e poi con la festa: in modo da far
loro vivere la loro l’infanzia, seppure in questa situazione di fragilità.
D.
- La gente vive ancora nelle tendopoli?
R. - Sì, ancora tantissima gente
vive nelle tendopoli, che ora cominciano anche a non tenere più: dopo un anno con
sole, pioggia, vento e cicloni queste tende non tengono più.
D. - In
che modo riuscite a dare speranza?
R. - La ricostruzione è indispensabile
ed è soprattutto urgente, perché la gente ha bisogno almeno di un minimo di dignità.
A mio avviso, però, la ricostruzione materiale deve iniziare anzitutto con la “ricostruzione
dell’umano” e questa ricostruzione passa necessariamente attraverso l’educazione:
le nostre scuole sono aperte anche oltre l’orario scolastico proprio per cercare di
creare un ambiente educativo per i ragazzi. Quando si vede quella che realmente è
la situazione attuale – a livello politico, ma anche nell’incapacità
di mettersi d’accordo e nel far prevalere la ricerca del proprio interesse –
ci si rende conto di quanto importante sia il compito dell’educazione: dobbiamo iniziare
proprio da questi elementi! Penso che l’educazione responsabile della cittadinanza
sia qualcosa che dobbiamo operare, perché solo così potremmo sperare che questi ragazzi,
crescendo, riusciranno a pensare ad una nazione, ad una collettività. E’ tempo che
Haiti sia autonoma: quello che le serve, in questo momento, è un aiuto che aiuti proprio
la formazione delle persone. (mg)
Bomba al tribunale di Atene Paura
ad Atene. Una bomba è esplosa davanti al Tribunale di primo grado della capitale greca,
dopo una telefonata di avvertimento che ha consentito l'evacuazione della zona circostante.
L’esplosione non ha provocato feriti ma solo lievi danni alle auto in sosta e alle
vetrate degli edifici vicini. Secondo le prime ricostruzioni della polizia, la bomba
era piazzata su una moto parcheggiata davanti al Tribunale. L’attacco, che non è stato
rivendicato, arriva a due settimane dal processo di 12 presunti membri di un gruppo
anarchico radicale, sospettati di attacchi con pacchi-bomba contro alcune ambasciate,
nel novembre scorso. Ma il Tribunale attaccato questa mattina non è quello in cui
si svolgerà il processo il 17 gennaio.
Italia, accordo Fiat Fiat
e sindacati hanno firmato ieri il nuovo contratto di lavoro per i 4.600 dipendenti
dello stabilimento campano di Pomigliano, dove si produrrà la nuova Panda. Confermato
il "no" della Fiom-Cgil, che ha proclamato uno sciopero generale dei metalmeccanici.
Sentiamo Giampiero Guadagni:
Salario legato
alla produttività, con un incremento medio di 30 euro lordi per dodici mensilità e
un nuovo inquadramento professionale con più possibilità di promozioni. Sono questi
i punti salienti del nuovo contratto per i lavoratori dello stabilimento di Pomigliano,
sul quale la Fiat investirà 700 milioni per la produzione della nuova Panda. Un contratto
migliorativo, rispetto a quello dei metalmeccanici, affermano i mercati firmatari,
cioè tutti tranne la Fiom Cgil che parla di accordo che lede i diritti dei lavoratori
e ha indetto per il 28 gennaio uno sciopero generale della categoria di otto ore.
Soddisfatto invece il governo: per il ministro del Lavoro, Sacconi, l’intesa consolida
gli investimenti annunciati dall’amministratore delegato del Lingotto Marchionne.
Per il ministro delle Attività produttive, Romani, l’accordo apre una nuova fase di
crescita. E in proposito, il premier Berlusconi si è detto convinto che nel 2011 la
crescita economica tornerà ai livelli precedenti alla crisi.
Italia-Brasile:
estradizione Battisti E’ attesa per oggi la decisione del presidente brasiliano
uscente, Ignacio Lula da Silva, sul destino di Cesare Battisti, l’ex militante dei
Proletari armati per il comunismo condannato in Italia all’ergastolo per quattro omicidi
avvenuti alla fine degli anni Settanta. Secondo indiscrezioni Lula, che concluderà
domani il suo mandato, dovrebbe annunciare il rifiuto dell’estradizione, decisione
che ha già scatenato numerose reazioni negative in Italia, in particolare tra i familiari
delle vittime, mentre il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ha detto che un
“no” all’estradizione avrebbe delle conseguenze.
Bielorussia In Bielorussia,
esponenti dell'opposizione ad Aleksand Lukashenko, candidati alle elezioni presidenziali
dello scorso 19 dicembre, sono stati incriminati in relazione alle proteste organizzate
a Minsk dopo la chiusura delle urne, accuse che potrebbero portare a condanne fino
a 15 anni di prigione. Fra gli imputati, il poeta Vladimir Neklayev, e l'ex viceministro
degli Esteri, Andrei Sannikov.
Obama nomina ambasciatore in Siria Il
presidente Barack Obama ha nominato il nuovo ambasciatore statunitense in Siria. Si
tratta di Robert Ford e sarà il primo dopo sei anni di assenza da Damasco. Forti resistenze
alla nomina si erano registrate da parte repubblicana. (Panoramica internazionale
a cura di Marco Guerra)
Bollettino del Radiogiornale della Radio
Vaticana Anno LIV no. 364
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