2010-12-27 14:28:46

Sudan. Nuovo appello di pace dei vescovi in vista del referendum del 9 gennaio


Si moltiplicano gli appelli alla pace della Chiesa in Sudan: dopo quello dell’arcivescovo di Saint Andrews ed Edinburgh, cardinale Keith Michael Patrick O’Brien, che ha chiesto un intervento internazionale e dell’Onu in particolare per arginare la “violenza diffusa”, anche i vescovi del Sudan si sono rivolti al governo britannico. Una delle paure principali è che si riacuiscano le violenze in vista del referendum in programma il 9 gennaio, in cui verrà sancita l’indipendenza della regione del sud, ma anche che questo non venga condotto “in conformità agli standard riconosciuti a livello internazionale”. A preoccupare, dopo gli scontri degli ultimi giorni in Darfur in cui hanno perso la vita una quarantina di persone, è soprattutto l’azione dei guerriglieri affiliati al Lord’s Resistance Army, che vuole ostacolare il processo di democratizzazione, e che potrebbero dar vita ad attacchi. Il vescovo di Rumbek, Cesare Mazzolari, ha condiviso con L’Osservatore Romano i suoi timori per la situazione dei rifugiati e per i continui spostamenti della popolazione dal nord verso il sud del Paese, dove nelle prossime settimane si attendono dalle 300 alle 500mila persone, mentre già 600 sono ospitate nella sola diocesi di Rumbek. Il presule sottolinea il forte impegno della comunità cattolica che lavora a stretto contatto con le organizzazioni umanitarie, ma al tempo stesso mette in luce l’estremo bisogno di strutture di accoglienza e di aiuti per far fronte alle necessità basilari: “La collaborazione tra Chiesa e Ong è totale – ha detto – il World Food Programme assicura i soccorsi essenziali in campo nutrizionale”. L’episcopato, infine, ha avviato l’iniziativa “101 giorni di preghiera per la riconciliazione in Sudan” che si concluderà il primo gennaio 2011 in coincidenza con la Giornata mondiale della Pace. (R.B.)







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