Il Papa all'Angelus: santa Famiglia, modello per ogni famiglia. Appello di pace dopo
le violenze anticristiane in Nigeria e nelle Filippine
Il Papa, all’Angelus di oggi in Piazza San Pietro, ha sottolineato che la santa Famiglia,
che oggi la Chiesa festeggia, “è certamente singolare e irripetibile, ma al tempo
stesso è ‘modello di vita’ per ogni famiglia”. Ha quindi ribadito quanto sia importante
“che ogni bambino, venendo al mondo, sia accolto dal calore di una famiglia”. Poi
ha lanciato un nuovo appello di pace dopo le violenze anticristiane in Nigeria e nelle
Filippine. Ecco il testo dell’Angelus:
Cari fratelli e sorelle!
Il
Vangelo secondo Luca racconta che i pastori di Betlemme, dopo aver ricevuto dall’angelo
l’annuncio della nascita del Messia, “andarono, senza indugio, e trovarono Maria e
Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia” (2,16). Ai primi testimoni oculari
della nascita di Gesù si presentò, dunque, la scena di una famiglia: madre, padre
e figlio neonato. Per questo la Liturgia ci fa celebrare, nella prima domenica dopo
il Natale, la festa della santa Famiglia. Quest’anno essa ricorre proprio all’indomani
del Natale e, prevalendo su quella di santo Stefano, ci invita a contemplare questa
“icona” in cui il piccolo Gesù appare al centro dell’affetto e delle premure dei suoi
genitori. Nella povera grotta di Betlemme – scrivono i Padri della Chiesa – rifulge
una luce vivissima, riflesso del profondo mistero che avvolge quel Bambino, e che
Maria e Giuseppe custodiscono nei loro cuori e lasciano trasparire nei loro sguardi,
nei gesti, soprattutto nei loro silenzi. Essi, infatti, conservano nell’intimo le
parole dell’annuncio dell’angelo a Maria: “colui che nascerà sarà chiamato Figlio
di Dio” (Lc 1,35).
Eppure, la nascita di ogni bambino porta con sé qualcosa
di questo mistero! Lo sanno bene i genitori che lo ricevono come un dono e che, spesso,
così ne parlano. A tutti noi è capitato di sentir dire a un papà e a una mamma: “Questo
bambino è un dono, un miracolo!”. In effetti, gli esseri umani vivono la procreazione
non come mero atto riproduttivo, ma ne percepiscono la ricchezza, intuiscono che ogni
creatura umana che si affaccia sulla terra è il “segno” per eccellenza del Creatore
e Padre che è nei cieli. Quant’è importante, allora, che ogni bambino, venendo al
mondo, sia accolto dal calore di una famiglia! Non importano le comodità esteriori:
Gesù è nato in una stalla e come prima culla ha avuto una mangiatoia, ma l’amore di
Maria e di Giuseppe gli ha fatto sentire la tenerezza e la bellezza di essere amati.
Di questo hanno bisogno i bambini: dell’amore del padre e della madre. E’ questo che
dà loro sicurezza e che, nella crescita, permette la scoperta del senso della vita.
La santa Famiglia di Nazareth ha attraversato molte prove, come quella – ricordata
nel Vangelo secondo Matteo – della “strage degli innocenti”, che costrinse Giuseppe
e Maria ed emigrare in Egitto (cfr 2,13-23). Ma, confidando nella divina Provvidenza,
essi trovarono la loro stabilità e assicurarono a Gesù un’infanzia serena e una solida
educazione.
Cari amici, la santa Famiglia è certamente singolare e
irripetibile, ma al tempo stesso è “modello di vita” per ogni famiglia, perché Gesù,
vero uomo, ha voluto nascere in una famiglia umana, e così facendo l’ha benedetta
e consacrata. Affidiamo pertanto alla Madonna e a san Giuseppe tutte le famiglie,
affinché non si scoraggino di fronte alle prove e alle difficoltà, ma coltivino sempre
l’amore coniugale e si dedichino con fiducia al servizio della vita e dell’educazione.
DOPO
ANGELUS
APPELLO
In questo tempo del Santo Natale, il desiderio
e l’invocazione del dono della pace si sono fatti ancora più intensi. Ma il nostro
mondo continua ad essere segnato dalla violenza, specialmente contro i discepoli di
Cristo. Ho appreso con grande tristezza l’attentato in una chiesa cattolica nelle
Filippine, mentre si celebravano i riti del giorno di Natale, come pure l’attacco
a chiese cristiane in Nigeria. La terra si è macchiata ancora di sangue in altre parti
del mondo come in Pakistan. Desidero esprimere il mio sentito cordoglio per le vittime
di queste assurde violenze, e ripeto ancora una volta l’appello ad abbandonare la
via dell’odio per trovare soluzioni pacifiche dei conflitti e donare alle care popolazioni
sicurezza e serenità. In questo giorno in cui celebriamo la Santa Famiglia, che visse
la drammatica esperienza di dover fuggire in Egitto per la furia omicida di Erode,
ricordiamo anche tutti coloro – in particolare le famiglie - che sono costretti ad
abbandonare le proprie case a causa della guerra, della violenza e dell’intolleranza.
Vi invito, quindi, ad unirvi a me nella preghiera per chiedere con forza al Signore
che tocchi il cuore degli uomini e porti speranza, riconciliazione e pace.