Natale in Terra Santa: l'appello per la pace del Patriarca di Gerusalemme
Un forte richiamo al valore unico della vita umana, un accenno al Sinodo per il Medio
Oriente tenutosi in Vaticano lo scorso ottobre, ma soprattutto un appello alla pace
nell’area e la speranza che le campane della Notte Santa possano coprire il rumore
delle armi. Questo l’augurio di Natale del Patriarca latino di Gerusalemme, Fouad
Twal, nella Messa della Notte celebrata a Betlemme, in cui ha ricordato anche le tre
suore morte in un incidente stradale nella valle del Giordano, proprio mentre si recavano
a Betlemme. Il servizio di Stefania Sboarina:
Oggi il sole
splende ed è un nuovo Natale di gioia per Betlemme. Stamattina la piazza della natività
era gremita di pellegrini, quest’anno giunti numerosissimi (le stime dicono 15 mila)
e da ogni parte del mondo. Ma ci sono anche tanti cristiani locali. Ai cristiani di
Gaza sono stati concessi 500 permessi per raggiungere Betlemme. Ieri, dopo il festoso
ingresso del Patriarca e le celebrazioni del pomeriggio con la processione alla grotta,
il culmine della lunga giornata di Betlemme: la Santa Messa di Mezzanotte nella Basilica
di Santa Caterina presieduta dal Patriarca Latino di Gerusalemme Fouad Twal e concelebrata
da una cinquantina di sacerdoti in una chiesa stracolma di gente. “In un mondo dilaniato
dalla violenza e dal fondamentalismo che legittima le peggiori azioni, anche le uccisioni
nelle chiese, il Bambino di Betlemme ci ricorda che il primo comandamento è l'Amore”,
dice nell’omelia il Pastore della Chiesa madre di Gerusalemme. E invita a guardare
alla Famiglia di Nazareth come a un esempio di unità e amore. Nelle parole di mons.
Twal anche un forte richiamo al valore unico della vita umana, dono di Dio. “Come
è doloroso constatare – afferma - che nel mondo vengono compiuti ogni anno milioni
di aborti, causati dall’egoismo e dalla durezza di cuore”. E subito un pensiero a
tutti i bambini del mondo (quasi l’80% vive in difficili condizioni di vita), e in
particolare ai bambini dei Paesi del Medio Oriente che vivono e crescono in modo precario
nei campi profughi. Un accenno è andato poi anche al Sinodo per il Medio Oriente,
tenutosi a Roma lo scorso ottobre. Il Patriarca ha esortato “a mettere gradualmente
in pratica le raccomandazioni del Messaggio al Popolo di Dio che riguardano la comunione,
la carità fraterna, il dialogo soprattutto, indispensabile a tutti i livelli: tra
le varie Chiese cattoliche del Medio Oriente, ma anche a livello interconfessionale
e interreligioso”. “Il dialogo – secondo mons. Twal - è un imperativo, ed è la risposta
al moderno ateismo e al fondamentalismo che minacciano il popolo di Dio, come è avvenuto
di recente in Iraq”. Infine un desiderio: "Che in questo Natale, Gerusalemme possa
diventare non solo la capitale di due Stati, ma un modello di armonia e coesistenza
tra le tre grandi religioni monoteiste”. “Possa il suono delle campane delle nostre
Chiese in questa Notte Santa – ha concluso il Patriarca di Gerusalemme - coprire il
rumore di tante armi che si ode in questo lacerato Medio Oriente, richiamando gli
uomini ad una mentalità di pace, unica degna dell’uomo ed apportatrice di felicità”.
Anche quest’anno da registrare la presenza alla Santa Messa del presidente palestinese
Mahmoud Abbas e del primo ministro Salam Fayad. Nelle preghiere dei fedeli, un ricordo
commosso per la tragedia che nel pomeriggio della Vigilia di questo Natale 2010 ha
sconvolto i religiosi e l'intera comunità cristiana di Terra Santa: tre suore francescane
del Cuore immacolato per raggiungere Betlemme dalla Galilea hanno trovato la morte
in un tragico incidente stradale. La celebrazione è terminata con la processione nella
Grotta della Natività: il Patriarca vi ha portato la statua del Bambinello, per porlo
nel luogo in cui avvenne la storica nascita. Nella Grotta per tutta la notte si sono
alternate celebrazioni di Sante Messe, presso l’altare della mangiatoia. Un privilegio
per tutti coloro che hanno potuto celebrare qui l’Eucarestia in questa notte santa...mentre
non si arrestava il flusso continuo di pellegrini che si inginocchiavano davanti alla
stella d’argento su cui campeggia la scritta “qui dalla Vergine Maria è nato Gesù
Cristo”. E ancora oggi lunghe code per scendere nella grotta della natività in un
ininterrotto susseguirsi di canti, di preghiera e di commozione. E’ questo il luogo
del Natale. E’ qui che più di 2000 anni fa il Cielo e la Terra si sono incontrati.
In
Medio Oriente e in particolare in Terra Santa la nascita del Signore riempie, dunque,
di speranza una terra in cerca di pace e stabilità. Al microfono di Amedeo Lomonaco,
la riflessione del custode di Terra Santa, padre Pierbattista Pizzaballa,
su luci e ombre di questo periodo:
R. – Tra
le luci, possiamo mettere un numero molto alto di pellegrini, che è arrivato quest’anno
e che ha portato molto lavoro e molta serenità in tante famiglie cristiane e non di
Terra Santa, che vivono grazie ai pellegrinaggi e al turismo religioso. Le ombre sono,
purtroppo, sempre le stesse: uno stallo nei colloqui e nei negoziati, che rende sempre
più precarie le prospettive di sviluppo e di pace qui in Terra Santa. La comunità
cristiana ha sempre la stessa missione: innanzitutto restare qui con un proprio stile
di vita, con la propria attività, con un proprio legame con il territorio per mostrare
che è possibile vivere pacificamente, nonostante tutto.
D. – E’ possibile
vivere pacificamente. Quali doni può portare il Natale alla Terra Santa?
R.
– Anzitutto una parentesi di serenità e di gioia per i bambini. Quando i bambini sono
felici e contenti c’è un effetto a cascata che fa bene a tutti. E poi ci auguriamo
che il Natale e l’inizio del nuovo anno portino delle prospettive più solide, soprattutto
per tutti gli abitanti di questo Paese, sempre così fragile.
D. – Una
cartolina, un’immagine, una storia che rappresenti il Natale in Terra Santa... R.
– Eravamo a Betlemme - adesso siamo a Gerusalemme – per portare i regali ai bambini
di alcune case famiglie: bambini che vengono da situazioni familiari e sociali difficili.
La gioia e gli occhi pieni di luce di quei bambini, credo che sia la cartolina più
bella.(ap)