Messaggio "Urbi et Orbi". Benedetto XVI prega per la pace in Terra Santa, la riconciliazione
tra le Coree e i cristiani in Cina
La Nascita di Gesù è motivo di speranza per tutti gli uomini, soprattutto per quanti
vedono offesa la propria dignità: è quanto affermato da Benedetto XVI, dalla Loggia
centrale della Basilica di San Pietro, nel suo tradizionale Messaggio di Natale, trasmesso
in mondovisione. Il Papa ha levato un vibrante appello per la pace, violata in tante
aree del mondo, ed ha rivolto parole di incoraggiamento ai cristiani perseguitati,
in particolare in Cina. Quindi, ha pronunciato gli auguri natalizi in 65 lingue e
impartito la Benedizione “Urbi et Orbi”. Tanti i fedeli accorsi, con entusiasmo, a
Piazza San Pietro per ascoltare il Papa, nonostante il maltempo. Il servizio di Alessandro
Gisotti:
“Il Verbo
si fece carne”. Rivolgendosi al mondo intero, Benedetto XVI annuncia con gioia il
messaggio straordinario del Natale ed esprime particolare vicinanza a quanti soffrono
a causa di guerre e catastrofi naturali e a quanti sono perseguitati per la loro fede
in Gesù Cristo. Dio, sottolinea il Papa in questo giorno di speranza, “è venuto ad
abitare in mezzo a noi”, “Dio non è lontano”. Non è uno sconosciuto, ma “ha un volto,
quello di Gesù”:
“È un messaggio sempre nuovo, sempre sorprendente,
perché oltrepassa ogni nostra più audace speranza. Soprattutto perché non è solo un
annuncio: è un avvenimento, un accadimento, che testimoni credibili hanno veduto,
udito, toccato nella Persona di Gesù di Nazareth!”
Di fronte alla
rivelazione che il Verbo si è fatto carne, constata il Papa, riemerge la domanda:
come sia possibile? “Il Verbo e la carne – rileva – sono realtà tra loro opposte,
come può la Parola eterna e onnipotente diventare un uomo fragile e mortale”?
“Non
c’è che una risposta: l’Amore. Chi ama vuole condividere con l’amato, vuole essere
unito a lui, e la Sacra Scrittura ci presenta proprio la grande storia dell’amore
di Dio per il suo popolo, culminata in Gesù Cristo”.
In realtà,
osserva il Pontefice, Dio non cambia, è fedele a Se stesso: “Dio non muta, Egli è
Amore da sempre e per sempre. E’ in Se stesso Comunione, Unità nella Trinità ed ogni
sua opera e parola mira alla comunione”.L’incarnazione, dunque, “è il culmine della
creazione”:
“Il Verbo si fece carne. La luce di questa verità si
manifesta a chi la accoglie con fede, perché è un mistero d’amore. Solo quanti si
aprono all’amore sono avvolti dalla luce del Natale. Così fu nella notte di Betlemme,
e così è anche oggi”.
“L’incarnazione del Figlio di Dio
– soggiunge – è un avvenimento che è accaduto nella storia, ma nello stesso tempo
la oltrepassa”:
“Nella notte del mondo si accende una luce nuova,
che si lascia vedere dagli occhi semplici della fede, dal cuore mite e umile di chi
attende il Salvatore. Se la verità fosse solo una formula matematica, in un certo
senso si imporrebbe da sé. Se invece la Verità è Amore, domanda la fede, il ‘sì’ del
nostro cuore”.
Il nostro cuore, rileva il Papa, cerca proprio una
Verità che è Amore. La cerca il bambino come il giovane “bisognoso di trovare il senso
profondo della propria vita”. La cercano l’uomo e la donna nella loro maturità e la
persona anziana “per dare compimento all’esistenza terrena”. Al tempo stesso, afferma,
“l’annuncio del Natale è luce anche per i popoli, per il cammino collettivo dell’umanità”.
Il Regno di Dio, annota il Papa, “non è di questo mondo, eppure è più importante di
tutti i regni di questo mondo”:
“È come il lievito dell’umanità:
se mancasse, verrebbe meno la forza che manda avanti il vero sviluppo: la spinta a
collaborare per il bene comune, al servizio disinteressato del prossimo, alla lotta
pacifica per la giustizia”.
“Credere nel Dio che ha voluto
condividere la nostra storia – prosegue – è un costante incoraggiamento ad impegnarsi
in essa, anche in mezzo alle sue contraddizioni”. Natale è allora “motivo di speranza
per tutti coloro la cui dignità è offesa e violata, perché Colui che è nato a Betlemme
è venuto a liberare l’uomo dalla radice di ogni schiavitù”:
“La luce
del Natale risplenda nuovamente in quella Terra dove Gesù è nato e ispiri Israeliani
e Palestinesi nel ricercare una convivenza giusta e pacifica. L’annuncio consolante
della venuta dell’Emmanuele lenisca il dolore e consoli nelle prove le care comunità
cristiane in Iraq e in tutto il Medio Oriente, donando loro conforto e speranza per
il futuro ed animando i Responsabili delle Nazioni ad una fattiva solidarietà verso
di esse. Ciò avvenga anche in favore di coloro che ad Haiti soffrono ancora per le
conseguenze del devastante terremoto e della recente epidemia di colera”.
Il
Papa prega anche per coloro che in Colombia, Venezuela, Guatemala e Costa Rica hanno
subito le recenti calamità naturali. Ancora, invoca la pace e il rispetto dei diritti
umani laddove sono violati:
“La nascita del Salvatore apra prospettive
di pace duratura e di autentico progresso alle popolazioni della Somalia, del Darfur
e della Costa d’Avorio; promuova la stabilità politica e sociale del Madagascar; porti
sicurezza e rispetto dei diritti umani in Afghanistan e in Pakistan; incoraggi il
dialogo fra Nicaragua e Costa Rica; favorisca la riconciliazione nella Penisola Coreana”.
Quindi, il Santo Padre rivolge il pensiero a quanti sono discriminati
per la loro testimonianza evangelica. “La celebrazione della nascita del Redentore
– è l’auspicio del Papa – rafforzi lo spirito di fede, di pazienza e di coraggio nei
fedeli della Chiesa nella Cina continentale”:
“...affinché non si
perdano d’animo per le limitazioni alla loro libertà di religione e di coscienza e,
perseverando nella fedeltà a Cristo e alla sua Chiesa, mantengano viva la fiamma della
speranza. L’amore del ‘Dio con noi’ doni perseveranza a tutte le comunità cristiane
che soffrono discriminazione e persecuzione, ed ispiri i leader politici e religiosi
ad impegnarsi per il pieno rispetto della libertà religiosa di tutti”. Il
Papa ha così rivolto gli auguri di Natale in 65 lingue, partendo dall’italiano e concludendo
con il latino. Ecco l’augurio affettuoso di Benedetto XVI per il popolo italiano:
“Auspico
di cuore il dono natalizio della gioia e della pace per ogni abitante dell'amata Italia:
per i bambini e gli anziani, per i giovani e le famiglie. Il Cristo, nato per noi,
ispiri i responsabili, perché ogni loro scelta e decisione sia sempre per il bene
comune; conforti quanti sono provati dalla malattia e dalla sofferenza; sostenga coloro
che si dedicano al servizio dei fratelli più bisognosi”.