E’ un invito ad operare congiuntamente per il bene il messaggio di Natale del Patriarca
di Mosca e di tutte le Russie Kirill. “In questa notte luminosa - ha esordito Kirill
- riviviamo la gioia spirituale dell'incontro del mondo con il suo Salvatore (…) Attenti
alle lodi delle forze celesti, diveniamo consapevoli che la Natività di Cristo è colma
di un significato senza tempo e ha un senso immediato per il destino di ogni essere
umano”. Essa “ci rivela la verità su noi stessi e ci permette di comprendere e di
assimilare questa verità”. Con un richiamo alla Genesi, il patriarca Kirill ha quindi
ricordato che “il primo essere umano è stato plasmato perfetto dal Creatore, a immagine
e somiglianza di Dio. Ma Adamo, avendo disobbedito al comandamento, ha alterato l'intenzione
del Creatore a suo riguardo. Privata della relazione viva con Dio, l'umanità è sprofondata
sempre più nell'abisso del peccato e dell'orgoglio”. Una voragine – continua Kirill
- da cui “il Signore, pieno d'amore per la sua creatura e desiderando la sua salvezza”
ha presto salvato l’uomo, mandando nel mondo “il suo Figlio unigenito, che ha ristabilito
la pienezza della natura umana ed è divenuto il nuovo Adamo”. L’esempio di Cristo
– ha spiegato – indica a ciascun uomo come conformarsi al disegno divino per l'umanità:
“Questo esempio rappresenta l'orientamento pieno di speranza che ci aiuta a non smarrirci
e a trovare l'unico cammino giusto che conduce alla pienezza di vita, sia nella nostra
esistenza terrena sia nell'eternità”. E per seguire questo cammino – ha poi aggiunto
citando San Paolo ai Corinzi – è necessario rispondere alla chiamata di Dio: “Noi
rendiamo grazie a Dio non solo con le preghiere e con il canto, ma anche con le buone
opere per il bene del nostro prossimo, per il bene del nostro popolo, per il bene
della Chiesa”. Quindi, l’esortazione finale: “Tutta la nostra vita deve divenire Liturgia,
preghiera comune e opera comune, compiute al fine d'incarnare nella vita il disegno
di Dio per il mondo e per l'umanità” (C.D.L.)