L'appello del nunzio di Haiti per un Natale di solidarietà verso i terremotati
Ad Haiti la gioia del Natale si congiunge al dolore per la diffusione dell’epidemia
di colera e alle difficoltà nella ricostruzione dopo il terremoto dello scorso 12
gennaio. Sul significato di questo Santo Natale nel Paese caraibico, Amedeo Lomonaco
ha intervistato il nunzio apostolico ad Haiti, mons. Bernardito Auza:
R. – Un Natale
di sofferenza, ma sempre un Natale di gioia, perché il Salvatore viene a soffrire
con noi. Non è solo l’epidemia, non è solo il terremoto la causa più immediata di
questa mancata allegria, almeno esteriormente, ma anche l’instabilità politica, che
colpisce tutto il Paese, paralizza la vita economica. In questo quadro, quindi, è
un po’ difficile per il Paese celebrare il Natale. Io vedo comunque che gli haitiani
sono un popolo con una forte fede, che riescono a guardare oltre le loro sofferenze,
i loro problemi, e che alla base del Natale vedono un Salvatore che non respinge la
sofferenza, un Salvatore che viene per soffrire con loro. Credo che questo sia un
pensiero spirituale molto forte in questo periodo ad Haiti. Ci sono sempre storie
emblematiche nel Natale, ma è nell’insieme che vedo che il Paese, e anche la Chiesa,
trova difficoltà ad andare avanti.
D. – Qual è il suo augurio per questo
Santo Natale?
R. – Buon Natale a tutti e speriamo di avere più opportunità
e risorse per andare avanti con la ricostruzione delle chiese e la ricomposizione
delle comunità dei fedeli, che sono state disperse dopo il terremoto. Non dimenticate
Haiti, perché siamo sempre in una situazione di bisogno. Noi ci ricordiamo sempre
di pregare per tutti quelli che si sentono vicini a noi. (ap)