La Chiesa della Costa d'Avorio auspica pace e stabilità per il Paese
In Costa d’Avorio, la gioia per la nascita del Salvatore accompagna la speranza che
si possa superare la crisi politica che vede contrapposti il presidente risultato
vincitore alle recenti elezioni Ouattara, sostenuto soprattutto nel nord, e il capo
di Stato uscente Gbabo, appoggiato invece in prevalenza nelle regioni meridionali.
Sul Natale in Costa d’Avorio il pensiero di padre Emmanuel Ezoua, sacerdote
nel Paese africano, intervistato da Amedeo Lomonaco:
R. - Si sperava
che dopo il processo elettorale, il Natale sarebbe stato diverso, con l’avvento della
pace nel Paese, e che ci sarebbe stata una sorta di superamento di tutta la sofferenza
avuta dal Natale del 1999, con il primo colpo di Stato, perché da allora non ci sono
state più pace e tranquillità. Contiamo sul fatto, però, che la venuta del Messia
in questo Natale sia una sorgente di novità. Da due mesi, stiamo pregando nella nostra
intenzione principale, per la pace: per la pace nel Paese, per la riunificazione totale
– da Nord a Sud - e soprattutto per la pace nei cuori. Il nostro augurio è che Gesù
ci porti veramente questa pace che viene da Lui, che è il principio della pace.
D.
- Cosa serve al Nord e al Sud della Costa d’Avorio, per essere veramente uniti e cominciare
questo percorso autentico di pace?
R. - E’ vero che adesso la Costa
d’Avorio è divisa in Nord e Sud e che il Nord è opposto al Sud, ma le popolazioni
sono abbastanza omogenee. E’ opportuno che i due principali protagonisti politici
nell’ultimo periodo, pensino al bene della povera gente. Quindi, continuiamo a pregare
per la pace, sperando che Gesù venendo, ci porti questa pace, perché gli uomini non
riescono a pensare a questa soluzione. Tutti noi pensiamo che, oggi, sia ancora possibile
tornare a stare come stavamo prima, nonostante tutti i problemi che ci sono stati.(ma)