Il ricordo di Bearzot nelle parole di Bruno Pizzul, Dino Zoff e Giancarlo Antognoni
Un grande protagonista del calcio italiano, esempio anche di umanità, lealtà e sincerità.
E’ l’ex mister della nazionale italiana di calcio Enzo Bearzot, morto ieri mattina
a Milano all’età di 83 anni. Il presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano
lo ha ricordato come “indimenticato commissario tecnico della nazionale italiana,
e come grande amico di Sandro Pertini”. La data dei funerali, che si terranno in forma
privata, non è stata ancora decisa. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
Madrid, 11
luglio 1982: l’Italia allenata da Enzo Bearzot vince i Mondiali di calcio. A questa
partita è legato il momento più esaltante della carriera sportiva dell’allenatore
friulano. Un uomo che, oltre a importanti traguardi nel calcio, si è sempre distinto,
sin dai tempi del liceo dai gesuiti, per onestà e cultura come sottolinea il telecronista
sportivo Bruno Pizzul:
“Conoscendolo bene, si intuiva
che era un uomo di profonda cultura personale e di valori etici ed umani veramente
notevoli. Un personaggio di singolare spessore, sapeva essere personaggio di primissimo
livello, ma senza mai atteggiarsi a tale; un uomo di grandi valori anche religiosi,
con una religiosità manifestata alla sua maniera, non sbandierata, molto intima, ma
vissuta e profonda”.
Una celebre partita, non di calcio ma a carte,
scolpita nei ricordi di molti italiani, è quella giocata a bordo dell’aereo che riportava
in patria la Nazionale campione del mondo. Una partita tra Enzo Bearzot, il capo di
Stato italiano Sandro Pertini e i giocatori Franco Causio e Dino Zoff, che sottolinea
anche come le vittorie più belle siano quelle accompagnate da rispetto e amicizia.
Il ricordo di Enzo Bearzot nelle parole di Dino Zoff:
“Eravamo
legati da amicizia e da stima. Era una persona straordinaria sotto tutti gli aspetti
e quindi - almeno a me - ha dato un’impronta di serietà. Una persona sempre alla ricerca
del giusto. Aveva frequentato il classico e quindi era una persona di una certa cultura
e questo gli apriva la mente e gli faceva dare a tutti la stessa importanza, piccoli
e grandi. Un comportamento da persona seria...”.
Parole alle quali fanno
eco anche quelle di Giancarlo Antognoni, uno dei giocatori che
Enzo Bearzot ha allenato per diversi anni:
“Un uomo che ha dato molto
al calcio italiano, sia come allenatore che come persona. Una persona, forse, di altri
tempi … Non chiuso come poteva sembrare, ma anzi molto eloquente, con cui poter parlare
tranquillamente. Il rapporto con noi non era solo quello da allenatore a giocatore,
ma soprattutto da amico … Credeva molto nel rapporto umano e più che in campo fuori
dal campo. Dava quella tranquillità che altri non ti danno. Perdiamo una persona importante…”.(mg)