Greccio ricrea il presepe vivente di San Francesco
Il presepe è un modo per avvicinare l’uomo alla realtà del dono di Dio. Così in sintesi
padre Giulio Calcagna, parroco di Greccio, paese scelto da San Francesco per realizzare
il primo presepe del mondo. Il poverello d’Assisi, infatti, con l’aiuto del nobile
signore ed amico, Giovanni Velita, nella notte di Natale del 1223 rappresentò con
personaggi viventi la Natività. E da circa trent’anni Greccio ricorda con una rievocazione
storica questa rappresentazione che fu la madre di tutti i presepi. Massimiliano
Menichetti:
(musica)
Il
vento tra i boschi di querce ed elci, che nascondono la pietra plasmata dall’uomo,
edificata su speroni di roccia. E’ questa l’immagine del paese di Greccio, arroccato
sul monte Lacerone che si svela oggi al viandante: la stessa che vide San Fancesco,
quando arrivò qui per la prima volta nel 1209. Il piccolo e semplice paese reatino,
a 705 metri sul livello del mare, affascinò il poverello di Assisi che, dopo il viaggio
in Palestina, portò la realtà del Dio fattosi uomo da Betlemme a Greccio, rappresentando
per la prima volta la venuta al mondo di Gesù. Nacque così il primo presepe della
storia, era il 1223. Padre Giulio Calcagna, parroco di Greccio:
“San Francesco era andato a visitare i luoghi dove Gesù era nato e
vissuto ed era stato particolarmente impressionato dalla povertà di Betlemme. Nell’avvicinarsi
del Natale, chiese ad un amico di Greccio, Giovanni Velita, di preparare un po’ tutto
quello che serve per rappresentare la nascita di Gesù, come fosse Betlemme. Perché
San Francesco voleva vedere 'con gli occhi della sua carne' - come dice il suo biografo
Tommaso da Celano - e voleva celebrare anche la Messa. Voleva far capire agli uomini
del suo tempo così come a noi oggi, che il nostro Salvatore non è nato soltanto 20
secoli fa a Betlemme, ma continua a nascere e ad incarnarsi sui nostri altari, ogni
volta che si celebra la Santa Messa”.
(musica)
Oggi, Greccio,
per ricordare ciò che accadde la sera del 1223, dà vita alla rappresentazione storico-teatrale
del primo presepe al mondo. Ancora padre Giulio:
“Non è un presepe
vivente del tipo tradizionale - con Giuseppe, la Madonna, il bambinello e i pastori
- come viene realizzato in tante altre parti di Italia. Si tratta di una rievocazione
storica come fece San Francesco per la realizzazione del Presepe di Greccio: c’è Giovanni
Velita, l’amico di San Francesco; ci sono i frati e la gente che parte dalla pianura
di Rieti e sale con le torce accese verso la montagna… e poi c’è la Messa”.
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Oggi,
Greccio conta 1.500 abitanti, circa 60 quelli impegnati a dar vita alle sei rievocazioni
storiche: la prima il 24 dicembre e l’ultima l’8 gennaio.
(musica)
La rievocazione di Greccio, che impegna così tante persone, non è però
un’occasione pensata per il turista, ma un ponte verso la testimonianza di amore di
San Francesco per Cristo, che con la sua nascita diede senso alla storia. Ancora padre
Giulio:
“Il presepio ti aiuta a pensare che il Signore è nato in mezzo
a noi, è nato come uomo. Il presepio è motivo, è un’occasione per pensare a questo
grande avvenimento. Io vorrei augurare a tutti quanti noi, proprio in occasione del
Santo Natale, e guardando proprio ai tanti presepi che facciamo nelle nostre case,
di sapere e credere che Lui è venuto per noi, per il nostro amore”. (mg)