Thailandia, scade lo stato d’emergenza in vigore da aprile
Termina domani in Thailandia lo stato d'emergenza in vigore a Bangkok e in tre province
limitrofe, decretato dalle autorità nell'aprile scorso, a seguito delle manifestazioni
anti-governative promosse dalle “camicie rosse” e represse violentemente, con un bilancio
di 90 morti e 1.900 feriti. Il provvedimento, che aveva inasprito i poteri delle forze
di sicurezza, era stato criticato dai difensori dei diritti dell'uomo e dall'opposizione.
Sui motivi delle proteste delle “camicie rosse”, Giada Aquilino ha intervistato
Carlo Filippini, esperto di sud est asiatico:
R. - Le “camicie
rosse” rappresentano gli strati della popolazione più povera e in particolare quella
rurale, che era stata molto beneficata dai precedenti governi guidati da Thaksin
Shinawatra, che fu estromesso dal colpo di Stato del settembre 2006. La ripetuta
estromissione di governi che avevano vinto le elezioni ha poi creato una situazione
di tensione e questi strati della popolazione si sono sentiti non più rappresentati
dal governo.
D. - In particolare, in cosa queste classi più povere
sono state penalizzate?
R. - I governi di Thaksin avevano approvato
tutta una serie di riforme, che avevano probabilmente alcuni aspetti negativi nel
medio e lungo periodo, ma che avevano anche agevolato: ad esempio la legge dei 30
baht - baht è la moneta thailandese, 50 baht valgono un Euro, tanto per intenderci
- in base alla quale chiunque poteva avere cure mediche pagando una somma molto bassa.
Certamente, Thaksin aveva anche utilizzato i metodi normali della politica in Thailandia
e questo significava, molte volte, corruzione o favoreggiamento degli affari di alti
imprenditori o delle famiglie a lui vicine.
D. - Lo stato d’emergenza
è stato tolto a Bangkok e in tre province limitrofe. Nei piani delle autorità c’è
comunque l’intenzione di imporre un atto per la sicurezza interna. Che misure potrebbero
essere? R. - Molti Paesi, e non soltanto nel sudest asiatico ma in tutto
il mondo, hanno leggi che potremmo definire “leggi antiterrorismo”. L’Internal Security
Act thailandese è una legge che mira a combattere, a proibire e a punire comportamenti
violenti. In molti Paesi, queste leggi sulla sicurezza interna sono però utilizzate
per tenere a bada gli oppositori. (mg)