La Chiesa invita al dialogo religioso, come ricerca condivisa della verità e strumento
di pace
Dal Messaggio Finale del Sinodo dei Vescovi per l'Africa (23 ottobre 2009):
Ci
sono molte buone notizie in diverse parti dell’Africa. Ma i mezzi di comunicazione
moderna spesso prediligono le cattive notizie e sembrano concentrarsi sulle nostre
disgrazie e difetti, piuttosto che sugli sforzi positivi che stiamo compiendo. Nazioni
sono uscite da lunghi anni di guerra e si muovono gradualmente sui sentieri della
pace e della prosperità. Il buon governo sta avendo un notevole impatto positivo in
alcuni paesi africani, stimolando così altri paesi a riconsiderare le cattive abitudini
del passato e del presente. Abbondano segnali di molte iniziative che cercano di dare
un’effettiva soluzione ai nostri problemi. Questo Sinodo, proprio per la scelta del
suo tema, spera di essere una di queste iniziative positive. Invitiamo tutti indistintamente
a collaborare per raccogliere le sfide della Riconciliazione, della Giustizia e della
Pace in Africa. Molti stanno soffrendo e morendo: non c’è tempo da perdere. (…) Invitiamo
tutti a lasciarsi riconciliare con Dio. È questo che apre la via alla riconciliazione
vera fra persone. È questo che può spezzare il circolo vizioso dell’offesa, della
vendetta e del contrattacco. In tutto questo, la virtù del perdono è cruciale, anche
prima di qualsiasi ammissione di colpa. Quelli che dicono che il perdono non giova,
dovrebbero provare a considerare i risultati della vendetta. Il vero perdono promuove
la giustizia del pentimento e della riparazione, che conducono a una pace che va alle
radici del conflitto e che fanno di quanti erano vittime e nemici, degli amici, fratelli
e sorelle. Poiché è Dio che rende possibile questo tipo di riconciliazione, in questo
ministero dobbiamo dare uno spazio adeguato alla preghiera e ai sacramenti, specialmente
il Sacramento della Penitenza. (…) L'Africa si è già messa in moto e
la Chiesa si muove con lei, offrendole la luce del Vangelo. Le acque possono essere
burrascose, ma con lo sguardo puntato su Cristo Signore (cf. Mt 14,28-32) arriveremo
sicuri al porto della riconciliazione, della giustizia e della pace. (…) Africa,
alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina! (Gv 5,8)
“Per il resto, fratelli,
siate gioiosi, tendete alla perfezione, fatevi coraggio a vicenda, abbiate
gli stessi sentimenti, vivete in pace e il Dio dell'amore e della
pace sarà con voi” (2 Cor 13,11). Amen.
Nel Messaggio
del Papa per la Giornata Mondiale per la Pace, “Libertà religiosa, via per la pace”,
che si celebra l’1 gennaio 2011, Benedetto XVI sottolinea il fatto che “l’anno
che chiude le porte è stato segnato, purtroppo, dalla persecuzione, dalla discriminazione,
da terribili atti di violenza e di intolleranza religiosa”. (…) La libertà
religiosa non è patrimonio esclusivo dei credenti, ma dell’intera famiglia dei popoli
della terra. È l’elemento imprescindibile di uno Stato di diritto. (…) Nel
messaggio, Benedetto XVI sottolinea anche i pericoli della strumentalizzazione della
libertà religiosa “per mascherare interessi occulti, come ad esempio il sovvertimento
dell’ordine costituito, l’accaparramento di risorse o il mantenimento del potere da
parte di un gruppo”. (…) La sincera ricerca di Dio ha portato a un maggiore
rispetto della dignità umana. Le comunità cristiane, con il loro patrimonio di valori
e principi, hanno fortemente contribuito alla presa di coscienza delle persone e dei
popoli circa la propria identità e dignità, nonché alla conquista di istituzioni democratiche
e all’affermazione dei diritti dell’uomo e dei suoi corrispettivi doveri.
Il
Papa descrive i passi concreti necessari da intraprendere per promuovere la libertà
religiosa come la via per la pace. A tal fine è fondamentale un sano dialogo tra le
istituzioni civili e quelle religiose per lo sviluppo integrale della persona umana
e dell’armonia della società”. Benedetto XVI rivolge un pressante appello affinché
la verità morale sia tenuta nella dovuta considerazione nella politica come nella
diplomazia.
Nel mondo globalizzato caratterizzato da società sempre più multi-etniche
e multi-confessionali - osserva Benedetto XVI - le grandi religioni possono costituire
un importante fattore di unità e di pace per la famiglia umana. “I leader delle
grandi religioni del mondo e i responsabili delle Nazioni – è il suo appello
- rinnovino l’impegno per la promozione e la tutela della libertà religiosa, in particolare
per la difesa delle minoranze religiose, le quali non costituiscono una minaccia contro
l’identità della maggioranza, ma sono al contrario un’opportunità per il dialogo e
per il reciproco arricchimento culturale”. “La pace – sottolinea - è
risultato di un processo di purificazione ed elevazione culturale, morale e spirituale
di ogni persona e popolo nel quale la dignità umana è pienamente rispettata”. Il
Messaggio è un invito al dialogo come ricerca condivisa della verità: “Per
la Chiesa il dialogo tra i seguaci di diverse religioni costituisce uno strumento
importante per collaborare con tutte le comunità religiose al bene comune”.