Costa Rica: messaggio finale dell’incontro sulle comunicazioni sociali di Celam e
Riial
“La realtà quotidiana interpella i comunicatori cattolici chiamati a contribuire,
insieme con la Chiesa, alla formazione delle coscienze”. Così si legge nel messaggio
finale della riunione, che si è svolta nei giorni scorsi in Costa Rica, di numerosi
vescovi del Messico e dell’America Centrale, assieme a giornalisti e operatori della
comunicazioni, convocati dal Consiglio episcopale latinoamericano e dalla Riial (Rete
informatica per l’America Latina). I presidenti e i segretari delle Commissioni episcopali
per le comunicazioni sociali nei tre giorni di dibattito si sono soffermati, in particolare,
nell’analisi della difficile realtà della regione, con particolare riferimento all’insicurezza
cittadina che insidia la stabilità democratica. I partecipanti hanno scambiato notizie
e informazioni su fenomeni come il narcotraffico, la crescita vertiginosa di omicidi
di donne, soprattutto in Messico, aumento della povertà, criminalizzazione dei migranti
e crescita del divario fra ricchi e poveri. “Sono queste alcune delle realtà che interpellano
la comunicazione” rilevano i presuli e dunque “siamo chiamati a lavorare in favore
della giustizia e della verità; ad educare nelle virtù individuali e politiche” e
ciò, sottolineano, “è possibile anche tramite i mezzi di comunicazione e le nuove
tecnologie”. In tale contesto i vescovi messicani e centroamericani ricordano le parole
di Benedetto XVI che si leggono nell’esortazione postsinodale “Verbum domini”: “La
Parola divina, oltre che nella forma stampata, deve risuonare anche attraverso le
altre forme di comunicazione. Per questo, insieme ai Padri sinodali, desidero ringraziare
i cattolici che si stanno impegnando con competenza per una presenza significativa
nel mondo dei media, sollecitando un impegno ancora più ampio e qualificato”. I mass-media,
che creano e animano la cosiddetta “cultura mediatica”, così come le nuove tecnologie
che questi media usano, secondo i presuli, sono “uno strumento utile per un’umanizzazione
globale” e quindi la Chiesa non può prescindere da questi strumenti”; anzi, deve fare
di tutto per usarli con onestà, efficacia e coraggio. Questi mezzi, “posti al servizio
del Vangelo offrono la possibilità di estendere, quasi senza confini, l’uditorio della
Parola di Dio portando la Nuova Novella a milioni e milioni di persone. La Chiesa
si sentirebbe colpevole davanti a Dio se non fosse in grado di usare questi potenti
mezzi che l’intelligenza umana perfeziona ogni giorno di più”. Infine, i vescovi sottolineano
come compito fondamentale dei vescovi, e in particolare delle Commissioni episcopali
per la comunicazioni, sia di lavorare intensamente nella formazione di comunicatori
cattolici consapevoli della loro responsabilità e soprattutto consapevoli della loro
missione nella formazione delle coscienze e dell’opinione pubblica. (A cura di
Luis Badilla)