Corea del Sud: esercitazioni militari nel Mar Giallo. Pyongyang: provocazioni cui
non vale la pena rispondere
Nuove tensioni tra le due Coree. Oggi il Sud ha svolto esercitazioni militari nel
Mar Giallo. L'esercito nordcoreano ha fatto sapere che ''non vale la pena'' rispondere
alle ''provocazioni'' di Seul, anche se nei giorni scorsi Pyongyang aveva attaccato
l’isola di Yeonpyeong, controllata dal Sud, e aveva pure minacciato ulteriori rappresaglie
in risposta alle manovre della marina di Seul. In Corea del Sud, intanto, proseguono
le manifestazioni pacifiste contro il rischio di guerra. Della situazione lungo il
38° parallelo, Giada Aquilino ha parlato con Rosella Ideo, esperta di
Storia politica e diplomatica dell’Asia Orientale:
R. – Quella
di oggi, da parte della Corea del Sud, è stata un po’ una provocazione. C’è una tensione
che sta pericolosamente salendo ed è una tensione in atto da quando, alla presidenza
della Repubblica del Sud, c’è Lee Myung-bak. Direi che
queste esercitazioni - che sono state stigmatizzate dalla Corea del Nord ancora prima
che iniziassero e ancora prima dell’attacco violento di Pyongyang che ha provocato
quattro morti sull’isolotto di Yeonpyeong, al limite della linea di
confine marittima tra le due Coree - non fanno che aggravare la tensione, creando
un clima decisamente pericoloso.
D. – La Cina ha di fatto bloccato una
risoluzione all’Onu sull’attacco nordcoreano contro Yeonpyeong. Che
ruolo ha Pechino in questa crisi?
R. – Sta guardando ad un quadro più
ampio, che va al di là della pericolosa situazione della penisola coreana. C’è tensione
nell’area perché c’è tensione tra gli Stati Uniti e la Cina; da settembre c’è tensione
anche con il Giappone. Quindi di sottofondo c’è una lotta evidente tra le tre potenze
nell’area, che sono – appunto – gli Stati Uniti, la Cina e il Giappone per una situazione
geopolitica mutata da quando la Cina, proprio quest’anno, ha effettivamente superato,
come potenza economica, il Giappone. Per quello che riguarda la penisola coreana,
la Cina non ha intenzione di appoggiare la posizione americana, che è una posizione
di durezza, al fianco dell’alleato sudcoreano. E’ chiaro – ed è venuto fuori dai documenti
di Wikileaks – che i cinesi non amano alla follia il regime nordcoreano che ha provocato
parecchio imbarazzo alla stessa Cina; però, è chiaro anche che, per la Cina, la Corea
e la penisola coreana rappresentano un cuscinetto strategico importante; in caso di
riunificazione, sa benissimo che si ritroverebbe gli americani nel cortile di casa.
Per questo, la Cina non ha la minima intenzione di appoggiare all’Onu nessuna risoluzione
contro la Corea del Nord perché ciò aggraverebbe ancora di più – secondo Pechino –
la tensione nell’area.
D. – E la Russia, in questo quadro, che interessi
ha?
R. – La Russia ha una posizione abbastanza in appoggio a quella
cinese, anche se i russi non sono tra i comprimari di questa disputa delle grandi
potenze sulla penisola coreana. Però, c’è proprio un nuovo assetto che si sta configurando
nell’area dell’Asia di Nordest e in questo assetto le potenze stanno testando un po’
fino a dove e fino a quando i loro interessi nazionali possano essere protetti e coperti.
(gf)