Camerun: lettera di mons. Hourgo sulle pratiche incompatibili con il Natale cristiano
“La nascita di Cristo è una buona novella, una grande gioia che Dio vuole comunicare
al mondo, dopo la sua Ascensione, Cristo ha voluto che i suoi discepoli continuassero
la missione di annuncio della Buona Novella che deve raggiungere gli estremi confini
della terra”: è quanto scrive nella lettera indirizzata ai fedeli in prossimità del
Natale e pubblicata sul sito www.leffortcamerounais.info, mons. Barthélemy Yaouda
Hourgo, vescovo di Yagoua, nel Camerun. “La festa di Natale – scrive il presule –
non può avere senso per noi se non ci prepariamo individualmente, in famiglia e in
comunità, per accogliere Dio che viene a dimorare tra gli uomini, in noi”. “A coloro
che lo accolgono – prosegue il vescovo di Yagoua – Cristo dà il potere di divenire
figli di Dio. E se siamo figli di Dio, come spiegare allora il ritorno a certe pratiche
tradizionali incompatibili con la fede cristiana. Mi auguro che ciascuno di noi si
interroghi su ciò che significa esser cristiano, e faccia un esame di coscienza personale
alla luce della Parola di Dio”. Il presule invita inoltre a vivere l’Avvento come
tempo per spargere i semi del Vangelo nelle famiglie, nei quartieri e nei villaggi
e sottolinea che “tutti i membri della Chiesa, tutte le comunità cristiane devono
sentirsi responsabili dell’annuncio della Buona Novella a tutte le nazioni”. Cosa
che questo non vuol dire intraprendere un cammino di proselitismo, bensì valutare
“in che modo mettere la Parola di Dio nel cuore delle nostre vite e delle nostre attività”.
Una riflessione che rinvia “al mandato missionario affidato alla Chiesa e a tutti
i battezzati”, ma che non può essere portato a termine se manca “una profonda conversione
personale, comunitaria e pastorale”. (T.C.)