L'ombra lunga del potere di Lukashenko sul voto presidenziale in Bielorussia
Cresce la preoccupazione in Bielorussia in occasione delle elezioni politiche e presidenziali
che l’opposizione ha già denunciato come viziate da brogli. Appare intanto scontata
la vittoria di Aleksandr Lukashenko, capo di stato uscente e al potere ormai da 16
anni. L’opposizione ha invitato i cittadini a scendere in piazza, come nel 2006, ma
i timori di una dura repressione sono molto forti. Alla Bielorussia, Paese strategico
da un punto di vista energetico, guardano con attenzione anche la Russia e l’Unione
Europea. Sulla situazione politica bielorussa Stefano Leszczynski ha intervistato
Fulvio Scaglione, vicedirettore di Famiglia Cristiana ed esperto di Europa
orientale:
R. – Quello
che più influenza la situazione della Bielorussia non è tanto il desiderio interno
di democrazia, di libertà, che si manifesta ma che è altrettanto naturalmente stroncato:
a decidere le sorti della Bielorussia è soprattutto il rapporto con la Russia, il
che è - per essere molto franchi - una caratteristica di tutta quell’area dell’Europa.
Una breve digressione: abbiamo visto quanto le elezioni politiche dell’Ucraina, soprattutto
e direttamente - ma indirettamente e in misura comunque sensibile anche nella Polonia
- siano state influenzate negli utlimi anni proprio dal rapporto più positivo o meno
positivo con Mosca. Per la Bielorussia questo vale ancor di più, perchè c’è di mezzo
la questione energetica. La Bielorussia è terreno di transito di oleodotti e gasdotti
che partono dalla Russia. Ci sono state alcune polemiche tra Russia e Bielorussia
proprio a proposito della questione energetica negli utlimi anni e questo ovviamente
rende il Cremlino più freddo nei confronti di Lukashenko.
D. – Lukashenko:
un personaggio molto particolare che viene "corteggiato" sia dalla Russia ma anche
dall’Unione Europea ...
R. - L’Europa è molto condizionata in questo
dal suo tentativo di espansione economica e diplomatica verso est. L’obiettivo dell’Europa
è mantenere aperte il più possibile le porte verso est e cioè le porte verso le forniture
energetiche, che sono quelle più facili da acquisire proprio per ragioni geografiche
per l’Europa. Vorrei far notare che da quando è cambiato il governo in Ucraina e c’è
la presidenza Yanukovich - che è sicuramente molto più in sintonia con Mosca - non
ci sono più stati gli allarmi sul blocco delle forniture del gas che avevamo avuto,
invece, regolarmente negli anni in cui in Ucraina c’era il governo molto freddo nei
confronti della Russia. La partita si gioca su quello e anche la partita della sopravvivenza
politica di Lukashenko. Questa è la ragione per cui sostanzialmente l’Europa non fa
molto per cercare di favorire un cambio di regime in Bielorussia.
D.
- Per i prossimi giorni l’opposizione interna in Bielorussia ha annunciato delle manifestazioni.
I timori sono che la repressione di queste manifestazioni possa essere anche molto
dur ...
R. – Sulla durezza della repressione inciderà molto la sicurezza
di sé e del proprio regime che avrà Lukashenko. Quando Mosca si sarà stancata di Lukashenko,
costui potrà avere dei problemi molto seri. Ma non credo sia ancora giunto quel momento.
(bf)