Spot pro-eutanasia su Rai Tre. Mpv: ultimo episodio di una strategia eutanasica
E’ polemica in Italia per la messa in onda ieri mattina all’interno di uno spazio
autogestito su Rai Tre di uno spot pro-eutanasia promosso dall’associazione Luca Coscioni.
L’Associazione Scienza e Vita parla di atto illecito e chiede alla tv di Stato di
dare uguale voce alle associazioni pro-life. Il Movimento per la Vita definisce lo
spot “solo l'ultimo episodio di una strategia eutanasica, mentre l’associazione di
telespettatori Aiart chiede l’intervento dell’Agcom e una revisione della logica degli
spazi autogestiti. Al microfono di Paolo Ondarza sentiamo il presidente Aiart
Luca Borgomeo:
R. – Uno
spazio autogestito non è uno spazio extra legem, cioè non è uno spazio nel quale si
possa dire quello che si vuole. E’ uno spazio che, comunque, deve essere gestito rispettando
le regole. E fra le regole c‘è anche questo: che pubblicizzare un reato, qual è quello
dell’eutanasia, è comunque un comportamento che può essere penalmente perseguito.
Mi spiego: il codice penale parla di omicidio volontario e di omicidio del consenziente
nell’art. 575, che non è stato eliminato dal nostro codice, quindi è una norma che
vale. Al di là di questo aspetto, dal quale non si può prescindere, viene da domandarsi
se sia possibile che una materia così delicata debba essere veicolata attraverso uno
spot pubblicitario, che finisce per essere ambiguo e può indurre lo spettatore a valutazioni
affrettate. Noi allora, come associazione, siamo preoccupati.
D. – Quindi,
la violazione non è tanto nel non aver dato voce a chi non la pensa come chi ha prodotto
lo spot, ma proprio l’aver promosso l’eutanasia, che non è accettata legalmente...
R.
– La logica dello spazio autogestito è quella di dare il meno possibile, ai politici,
ai partiti e soprattutto alle formazioni culturali e sociali, alle associazioni e
così via, la possibilità di avere una tribuna per comunicare cose che altrimenti non
avrebbero possibilità di comunicare. Non è il caso dei radicali, che hanno la grande
capacità di arrivare sui quotidiani e sulla grande stampa. C’è da rilevare con amarezza
che uno spazio facilmente conquistato da formazioni politiche, come sono i radicali,
è difficilmente conquistato da associazioni, come testimoniano le tante e tante richieste
inevase che la Rai non accoglie. (ap)