Salvare Rizana: appello per una donna musulmana condannata a morte in Arabia Saudita
Un accorato appello e una raccolta di firme per salvare Rizana Nafeek, giovane donna
musulmana srilankese condannata a morte in Arabia Saudita: è l’iniziativa, riferita
all’Agenzia Fides, intrapresa da leader religiosi cristiani, musulmani e buddisti,
nonché di numerose organizzazioni per la tutela dei diritti umani. L’appello chiede
al Re saudita Abdullah la grazia per Rizana Nafeek. Nell’ottobre scorso la Corte Suprema
Saudita ha confermato la condanna a morte già emessa nel 2007 da un tribunale, che
l’aveva riconosciuta colpevole di omicidio. Rizana è accusata di aver ucciso nel 2005
un bambino di quattro mesi, figlio di una donna saudita nella cui casa la ragazza
lavorava come domestica. A Rizana, all’epoca dei fatti 17enne, era stata affidata
la cura del neonato, senza alcuna supervisione. Per una serie di circostanze sfortunate,
il bambino si è strozzato ed è deceduto mentre veniva alimentato con il biberon. Rizana
ha sempre ribadito la propria innocenza, sottolineando che si è trattato di un incidente.
Ma è stata accusata di omicidio e, dati i problemi linguistici con l’arabo, ha perfino
firmato una confessione. La sentenza è attualmente sospesa, dato un appello alla clemenza
inoltrato dagli avvocati al Ministro degli Esteri e al Re saudita. Il Re ha tre opzioni:
impartire la grazia, oppure confermare il verdetto di condanna, o ancora ignorare
l’appello e congelare la vicenda. La Caritas di Kandy ha lanciato una petizione e
una raccolta di firme per salvare Rizana. La campagna, dal titolo “Giustizia per Rizana”,
ha già avuto l’adesione di circa mille persone fra cristiani, buddisti, indù e musulmani,
che chiedono il rilascio di Rizana. A sostenere la campagna vi è anche la “Asian Human
Rights Commission”, che ha lanciato l’appello “Salvate Rizana”, accolto da altre organizzazioni
che operano per la tutela dei diritti umani in Sri Lanka e in Asia. Rizana è una delle
migliaia di lavoratrici emigrate in Arabia Saudita. Sono circa 1.3 milioni i lavoratori
migranti srilankesi impiegati soprattutto in Medio Oriente e in Europa, che garantiscono
rimesse per oltre 3 miliardi di dollari, valido sostegno all’economia dello Sri Lanka.
(A.L.)