Il Papa per la Giornata mondiale del malato: si investa sempre di più nelle strutture
sanitarie
Nessun malato si senta dimenticato o emarginato: è l’esortazione di Benedetto XVI
nel Messaggio per la Giornata mondiale del malato, che si celebra l’11 febbraio prossimo,
memoria della Beata Vergine di Lourdes. Richiamando il tema del Messaggio, “Dalle
sue piaghe siete stati guariti”, il Papa sottolinea che risorgendo il Signore ha vinto
la sofferenza alla radice. Il servizio di Alessandro Gisotti:
Se ogni uomo
“è nostro fratello, tanto più il debole”, il malato “devono essere al centro della
nostra attenzione, perché nessuno di loro si senta dimenticato o emarginato”: è l’accorato
appello di Benedetto XVI che nel Messaggio per la Giornata mondiale del malato ribadisce
che “la misura dell’umanità” si determina innanzitutto nel rapporto con il sofferente.
“Una società che non riesce ad accettare i sofferenti”, afferma riprendendo la Spe
Salvi, “è una società crudele e disumana”. Di qui, l’appello alle autorità “affinché
investano sempre più energie in strutture sanitarie che siano di aiuto e di sostegno
ai sofferenti, soprattutto i più poveri e bisognosi”. Il Papa ricorda con commozione
la sua visita alla Sacra Sindone a Torino. Quel volto sofferente, rileva, ci “invita
a meditare su Colui che ha portato su di sé la passione dell’uomo di ogni tempo e
di ogni luogo, anche le nostre sofferenze, le nostre difficoltà, i nostri peccati”.
Riconosce che la sofferenza, rimane “carica di mistero, difficile da accettare e da
portare”, un “banco di prova per la fede dei discepoli e per la nostra fede”.
Eppure,
avverte il Papa, “è proprio attraverso le piaghe del Cristo che noi possiamo vedere,
con occhi di speranza, tutti i mali che affliggono l’umanità”. Risorgendo, scrive
Benedetto XVI, “il Signore non ha tolto la sofferenza e il male dal mondo, ma li ha
vinti alla radice”. Alla “prepotenza del Male”, rassicura il Papa, “ha opposto l’onnipotenza
del suo Amore”. Riecheggiando San Bernardo, evidenzia che Dio “ha voluto soffrire
per noi e con noi; si è fatto uomo per poter com-patire con l’uomo, in modo reale,
in carne e sangue”. Condividendo la sofferenza, dunque, il Signore diffonde la sua
consolazione, ci rende partecipi dell’amore di Dio.
Il Papa dedica dunque
un passaggio del documento alla prossima Gmg di Madrid, rivolgendo un pensiero particolare
ai giovani che “vivono l’esperienza della malattia”.Spesso, riconosce il Santo
Padre, “la Passione, la Croce di Gesù fanno paura, perché sembrano essere la negazione
della vita”. Ma, “in realtà, è esattamente il contrario!” La Croce, si legge nel Messaggio,
“è il ‘sì’ di Dio all'uomo, l’espressione più alta e più intensa del suo amore e la
sorgente da cui sgorga la vita eterna”. Dal cuore trafitto di Gesù, soggiunge, “è
sgorgata questa vita divina”. Solo il Signore “è capace di liberare il mondo dal male
e di far crescere il suo Regno di giustizia, di pace e di amore al quale tutti aspiriamo”.
Il Pontefice invita dunque i giovani ad incontrare Gesù nell’Eucaristia e ad essere
pronti a servire il Signore nei poveri, nei malati e nei fratelli che hanno bisogno
del nostro aiuto.