Benedetto XVI alla Biblioteca Apostolica Vaticana: chi indaga il vero sia a servizio
di un mondo più umano
Lo aveva promesso tre anni fa, al momento della chiusura per una lunga pausa di restauri.
E questa mattina Benedetto XVI ha tenuto fede alla sua parola, tornando in visita
nella Biblioteca Apostolica Vaticana, rinnovata e riaperta anzitutto per il suo più
illustre visitatore. Per circa un’ora, il Papa si è trattenuto nelle sale per osservare
il lavoro svolto e ricevere alcuni doni simbolici da parte del cardinale bibliotecario,
Raffaele Farina, e dei suoi collaboratori. Il servizio di Alessandro De Carolis:
Poco più
di un mese fa, l’11 novembre, in una lettera al cardinale archivista e bibliotecario
di Santa Romana Chiesa, Raffaele Farina, il Papa aveva messo in risalto le due qualità
principali della Biblioteca Apostolica Vaticana: un “luogo eminente della memoria
storica della Chiesa” e un “mezzo prezioso” che aiuta il Pontefice nello svolgimento
del suo ministero. E oggi, per una intera ora, Benedetto XVI è tornato a toccare con
mano lo spessore di queste due qualità, immerso passo dopo passo in quello scrinium
di tesori di cultura e di scienza che in modo sistematico, dalla metà del 1400, generazioni
di Papi hanno fatto raccogliere e catalogare con rigore e passione. Il Papa ha elevato
la sua preghiera a Dio:
“Grande tu sei, Signore Dio nostro. Ascolta
la nostra preghiera e benedici quanti frequenteranno questa Biblioteca apostolica
per coltivare le scienze e le arti. Fa' che, da onesti indagatori del vero, illuminati
dalla sapienza del tuo Verbo, orientino i loro sforzi alla costruzione di un mondo
più umano”.
Giunto all’ingresso della Biblioteca Apostolica poco
prima delle 11 – accolto fra gli altri dal Cardinale Farina, dall’arcivescovo prefetto,
Cesare Pasini, e dal viceprefetto, Ambrogio M. Piazzoni – il Papa ha fatto il suo
ingresso nell’atrio dominato dal doppio scalone, lungo il quale si erano disposti
diversi impiegati, poi salutati dal Pontefice. Quindi la visita è proseguita al piano
superiore lungo diverse sale, da quella di consultazione degli stampati a quella di
consultazione dei manoscritti, nelle quali Benedetto XVI ha potuto prendere visione
sia della rinnovata estetica della Biblioteca dei Papi, sia di alcuni pezzi pregiati
di vario genere. Tra quelli di rilievo mostrati al Papa, un incunabolo (cioè un libro
realizzato con la stampa a caratteri mobili dell’epoca di Gutenberg), due monete e
una stampa antica, due manoscritti e un documento d’archivio. Da un cassetto sono
stati mostrati due papiri al Pontefice, il quale in due successive soste all’interno
dell’Archivio fotografico e del Laboratorio di restauro ha ascoltato una breve presentazione
dei lavori e degli apparati curati da entrambi le sezioni.
Poco prima,
nell’Ufficio del prefetto sono stati mostrati a Benedetto XVI alcuni doni simbolici:
una medaglia fusa in bronzo commemorativa della riapertura della Biblioteca Apostolica,
coniata da Collezioni Numismatiche e offerta dalla ditta Pessina, l“Agenda 2011” della
Biblioteca con raffigurazioni di manoscritti, stampe e medaglie della Biblioteca,
rilegata in pelle bianca, e infine una pubblicazione delle Romite ambrosiane dell’Ordine
di Sant’Ambrogio ad Nemus, nei presi di Varese, dal titolo “La casa sulla roccia”.
In ogni ufficio o sala, il Papa non ha mancato di salutare responsabili, impiegati
e collaboratori. In ciascuno – ha spiegato il viceprefetto Ambrogio Piazzoni
– accanto agli impegni del lavoro quotidiano convive una chiara coscienza:
“Naturalmente,
la nostra consapevolezza è molto alta per quanto riguarda il nostro servizio al ministero
petrino – come l’ha definito lui stesso – specialmente nel senso che conserviamo qui
alcuni testi che sono veramente importanti, direi fondamentali, ad esempio per quanto
riguarda la storia del testo della Bibbia: noi abbiamo alcuni dei tre manoscritti
più antichi. Senza dimenticare, però, che la funzione della Biblioteca non è – strettamente
parlando – solamente di carattere religioso: nel senso che, tutto ciò che noi conserviamo,
a partire dai manoscritti, ma anche i libri antichi e i libri moderni che abbiamo,
sono una testimonianza della cultura dell’umanità in generale, non soltanto della
religione cristiana. E quindi, la funzione è ancor più accresciuta in questa apertura
a tutto il sapere dell’umanità: quello passato, quello presente e – speriamo – anche
quello futuro.
Nella lettera del novembre scorso, con la quale si complimentava
con il cardinale Farina per la riapertura della Biblioteca Apostolica, Benedetto XVI
sottolineava la sua “vocazione” alla custodia e alla valorizzazione della cultura
prodotto dall’uomo in senso ampio, non solo religioso. Ciò perché, affermava, “nulla
di quanto è veramente umano è estraneo alla Chiesa”. Con questi sentimenti, il Pontefice
si è congedato al termine della visita:
“Cari amici, vorrei dire
grazie per il vostro lavoro. Nel mio messaggio per la Biblioteca, ho già detto quanto
penso circa la necessità e la grande importanza della Biblioteca. Quindi, concludo
con la mia benedizione e buon Natale a tutti voi. Grazie!” (applausi)