2010-12-17 15:27:38

Crolla il numero dei richiedenti asilo in Italia


Dal 2002 al 2009, sono stati oltre 26 mila 400 i richiedenti asilo assistiti dagli enti locali. Eppure, secondo l'Unhcr, sono ancora troppe le persone che vivono in condizioni di difficoltà. Stamani, Anci e Ministero dell'interno hanno presentato il rapporto Spar, l’organismo che si occupa di dare protezione ai rifugiati. Il servizio di Alessandro Guarasci:RealAudioMP3

Un lavoro prezioso da parte di 123 enti locali tra Comuni e province, ma che non sempre riesce a intercettare tutte le situazioni di disagio. Tra i 26.432 richiedenti protezione internazionale dal 2002, il 74% sono uomini. Dal 2005 ad oggi, poi, sono 529 i bambini nati da una mamma accolta nei progetti Spar. E proprio verso i più piccoli si sta concentrando l'attenzione degli enti locali, visto che nel 2006 i minori accolti erano 31 mentre nel 2009 sono stati ben 320. Le nazioni d'arrivo sono da anni le stesse, dunque: Eritrea, Somalia, Etipioa, Nigeria e Turchia. Le eccellenze nell’assistenza si trovano soprattutto nei comuni medio-piccoli. Flavio Zanconato, vicepresidente dell’Anci:

“Noi siamo una struttura che accoglie e che sarebbe in grado di sviluppare ulteriormente il proprio lavoro, di estenderlo. Abbiamo però bisogno di maggiori risorse. Adesso sono più di mille le persone che hanno chiesto accoglienza e non siamo in grado di accoglierle e con risorse maggiori potremmo accoglierle tutte. Dovremmo avere maggiori risorse dallo Stato per poter svolgere quest’attività in modo più ampio”.

Certo, la politica dei respingimenti non aiuta. Il numero richiedenti asilo in Italia è drasticamente crollato e in molti preferiscono andare in Gran Bretagna, Germania o Scandinavia perché lì hanno più tutele. Laurens Jolles, direttore dell’Unhcr per il Sud Europa:

“Ciò vuol dire che coloro che hanno necessità e non sono riusciti ad entrare nel sistema Spar, hanno un problema. Basta infatti vedere alcune delle grandi città italiane, ad esempio Milano, Torino e Roma: ci sono delle persone che vivono nella marginalità, spesso in situazioni abbastanza deplorevoli”.

Insomma, l’Italia può fare ancora molto per accogliere chi fugge da guerre e persecuzioni.







All the contents on this site are copyrighted ©.