Vescovo dell’Orissa: Natale per costruire un clima di pace con i non cristiani
Con l’avvicinarsi del periodo natalizio, i cristiani dell’Orissa vivono ancora la
paura dei pogrom iniziati proprio nel dicembre 2007. In questi giorni mons. Raphael
Cheenath, arcivescovo di Cuttack-Bhubaneswar, ha invitato sacerdoti, religiosi e fedeli
ad essere vigili, ma anche a costruire un clima di pace e armonia con gli indù in
vista del Natale. "E 'necessario - ha affermato - rimuovere il veleno che è stato
iniettato nelle menti delle persone contro i cristiani. Vi prego di vivere e agire
con questa prospettiva. Questo è ciò che dobbiamo fare per non rischiare di trovarci
in guerra con le persone che vogliono spazzare via i cristiani da Kandhamal e dal
resto dell’India”. "Per questa ragione – ha continuato - con grande gioia e speranza
noi accogliamo Cristo in mezzo a noi. Dopo le persecuzioni avvenute nel 2007 e nel
2008 la Sua venuta è per noi qualcosa di più rilevante ed essenziale, perché solo
Gesù ci consente di stare insieme e ci guiderà a formare una comunità in cui saremo
in grado di vivere in pace e armonia. Cerchiamo – ha aggiunto - di essere migliori
non solo con i nostri fratelli cristiani, ma anche con i fratelli e le sorelle di
altre fedi, poiché il Signore vuole che tutti siano salvi ". Intanto, Kishen Kumar
amministratore del distretto di Kandhamal - riferisce l'agenzia AsiaNews - ha assicurato
all’arcidiocesi che l’amministrazione provvederà a rendere sicure chiese, abitazioni
nelle aree cristiane durante le celebrazioni natalizie. Le violenze, esplose nel distretto
di Kandhamal tra il dicembre 2007 e l’agosto del 2008, hanno provocato centinaia di
vittime tra sacerdoti, religiosi e laici. Decine di chiese e scuole gestite dai cristiani
locali, sono state distrutte, con false accuse di proselitismo. Oltre 50mila persone
sono state costrette dalla comunità indù ad abbandonare le proprie terre per cercare
rifugio altrove. Da due anni la popolazione ritornata nei propri villaggi vive con
il terrore di nuovi pogrom da parte degli estremisti indù. A tutt’oggi, gran parte
degli autori dei crimini sono in libertà e al processo presso il tribunale di Kandhamal
i testimoni sono stati messi a tacere, con minacce e discriminazioni. (R.P.)