Armenia: una legge restringe la libertà religiosa. Forti critiche dei gruppi religiosi
A Yerevan molto forti le critiche di gruppi religiosi contro gli emendamenti proposti
dall’Armenia alle leggi sulla libertà religiosa. Il governo risponde che le nuove
norme sono sottoposte al controllo e all’approvazione del Consiglio d’Europa. Armen
Lusyan della Chiesa World of Life Protestant dice all’Agenzia Forum 18 che “ogni legge
che disciplina in modo dettagliato l’attività religiosa, è un’intrusione del governo.
Le nuove norme prevedono – spiega F18 - che la registrazione di un gruppo religioso
avvenga “sulla base della valutazione di un gruppo di esperti statali circa il suo
carattere religioso”, analisi che può estendersi a ogni aspetto, comprese le attività
svolte, le posizioni riguardanti famiglia e istruzione, le eventuali limitazioni dei
diritti personali per i membri all’interno del gruppo. Il parere negativo degli esperti
impedisce il riconoscimento. Tra i requisiti per il riconoscimento rimane immutato
il numero minimo di 200 seguaci, ma è inoltre previsto che le organizzazioni religiose
“non debbano svolgere attività in contrasto con gli obiettivi descritti nel loro statuto
o proibiti dalla legge”, come pure debbano rispettare le persone dei seguaci e i loro
beni. Anche dopo il riconoscimento, ogni gruppo religioso ha l'obbligo di presentare
un dettagliato rapporto annuale delle attività, anche con riguardo a opere sociali
di carità, edili, sanitarie, educative e a eventi di ogni tipo (celebrazioni, pellegrinaggi,
concerti, vacanze). Chi non fornisce le informazioni richieste per svolgere l’attività
religiosa senza previo riconoscimento, è punito con multe fino a 500 volte il salario
minimo. Lo Stato si riserva il diritto di revocare le autorizzazioni e proibire le
attività dei gruppi religiosi che creino “pericolo per la sicurezza e l’ordine pubblico,
danni alla salute e alla moralità, violazioni di diritti umani e libertà, interventi
arbitrari in questioni familiari, omissione di cure mediche per ragioni religiose,
istigazione degli individui a rifiutare gli obblighi civili previsti dalla legge e
a commettere altri azioni illegali”. E’ anche vietato il proselitismo fondato sulla
promessa di aiuti materiali e morali di qualsiasi tipo, o che sfrutti l’altrui credulità
o insufficienze psichiche: divieto la cui violazione è punita con il carcere fino
a 3 mesi o con multe salate (da 500 a 1000 volte il salario minimo). Come pure “è
vietato pregare in asili, scuole e altri luoghi d’istruzione, insegnamento e di istituzioni
sociali”. Lusyan spiega all’agenzia AsiaNews che con questi poteri le autorità potrebbero
vietare attività normali come l’uso di libri o siti web per diffondere la propria
fede, considerandole “proselitismo”. Molto preoccupati sono i Testimoni di Geova perché
alcuni nuovi divieti potrebbero riguardare alcune loro convinzioni di fede. Il governo
risponde che le modifiche sono state sottoposte alla Commissione europea per la democrazia
attraverso il diritto (c.d. Commissione di Venezia), organo del Consiglio di Europa,
che il 30 novembre le ha pubblicate sul proprio sito web e di cui se ne parlerà domani
e dopodomani. Da parte sua il pastore Rene Leonian, capo della Chiesa evangelica
armena, spiega che è “molto sorprendente” che il governo abbia sottoposto gli emendamenti
alla Commissione di Venezia senza alcuna consultazione dei gruppi religiosi. (C.P.)