2010-12-15 14:45:07

Iraq: rapita una studentessa cristiana. Aumentate le misure di sicurezza in vista del Natale


In Iraq, una studentessa cristiana è stata sequestrata da un gruppo di terroristi. La ragazza è stata rapita ieri e da allora si sono perse le sue tracce. Il servizio di Amedeo Lomonaco:RealAudioMP3

Una studentessa cristiana di 21 anni, Rubila Aziz, è stata rapita ieri da uomini armati mentre si trovava all’interno della propria abitazione a Mosul, nel nord dell’Iraq. Secondo quanto rivela il sito cristiano iracheno “Ankawa”, i terroristi hanno fatto irruzione nella casa della ragazza, studentessa dell’Istituto tecnico locale. In Iraq, intanto, un numero sempre maggiore di cristiani iracheni sta lasciando le proprie abitazioni per fuggire nel nord del Paese o all'estero a causa di una crescente ondata di violenza contro la comunità cristiana. Il nuovo esodo di fedeli riguarda numerose famiglie caldee e migliaia di residenti a Baghdad e Mosul. Dal governo iracheno arrivano comunque delle risposte per cercare di difendere i cristiani dagli attacchi degli estremisti. Recentemente, è stata creata una Commissione parlamentare ed è stata anche istituita una task force della polizia per la protezione della comunità cristiana irachena. In questi giorni, inoltre, si stanno erigendo muri intorno alle chiese di Baghdad e Mosul. I punti di accesso alle parrocchie sono controllati dalla polizia equipaggiata di scanner e metal detector. L’arcivescovo di Erbil, mons. Bashar Warda, sottolinea che tali barriere protettive, pur dando l’impressione di “entrare in un campo militare”, sono dei passi compiuti dall’esecutivo iracheno per migliorare la sicurezza in vista del Natale.

Combattimenti in Afghanistan
Ancora scontri in Afghanistan: almeno 30 talebani sono rimasti uccisi ieri, in seguito ad un’operazione congiunta compiuta da forze afghane e della Nato nella provincia di Baghlan, nella parte settentrionale del Paese. Nella stessa zona, oggi è morto un soldato dell’Isaf per lo scoppio di un ordigno.

Naufragio di un’imbarcazione al largo delle coste australiane
Almeno 30 morti al largo delle coste australiane per il naufragio di un’imbarcazione carica di migranti. Ignota per il momento la loro nazionalità ma Christmas Island, a soli 300 chilometri dall’Indonesia, rappresenta il primo approdo per molti richiedenti asilo iracheni, afghani e cingalesi. Il servizio di Salvatore Sabatino:RealAudioMP3

"Eravamo in tanti a cercare di trarli in salvo, ma è stato tutto inutile". Le testimonianze dei soccorritori sono drammatiche. Sono gli abitanti di Christmas Island a raccontare la tragedia del barcone carico di immigrati, che dopo essere stato per 45 minuti in balia delle onde è andato a cozzare contro uno scoglio, colando a picco in pochi minuti. Sarebbero una trentina i morti ed almeno 42 i sopravvissuti, tutti feriti e trasportati in ospedale. Il bilancio, però, potrebbe essere addirittura più drammatico, perché le ricerche in mare continuano, anche se sono rese difficili dalla tempesta che sta flagellando le coste di Christmas Island. Quell’isola australiana che si trova a soli 300 chilometri dall’Indonesia e che rappresenta da tempo il punto di approdo per i migranti e i profughi che salpano su imbarcazioni di fortuna, per presentare domanda d’asilo in Australia. In genere sono iracheni, afghani, cingalesi. Sfidano il mare per lasciarsi alle spalle situazioni drammatiche, nella speranza di un futuro migliore; speranze che, però, come in questo caso, si infrangono sugli scogli. Tra i morti ci sono anche alcuni bambini.

Europarlamento: regole più dure per arginare la tratta di esseri umani
Il parlamento europeo ha approvato una nuova direttiva che fissa sanzioni più dure per i trafficanti di esseri umani. Il testo, approvato con 643 voti a favore, 10 contrari e 14 astensioni, dovrà essere recepito dagli Stati membri entro due anni. La direttiva prevede anche una maggiore protezione per le vittime dello sfruttamento della prostituzione, del lavoro forzato, del traffico di organi e di altre, nuove forme di schiavitù.

Wikileaks, libertà su cauzione per Assange ma la Svezia presenta appello
Il fondatore del sito internet Wikileaks, Julian Assange, ha ottenuto ieri dalla magistratura britannica la libertà su cauzione. Ma la Svezia ha presentato appello e Assange è stato riportato in carcere. Successivamente, è stata fissata una nuova udienza sul ricorso svedese. Se dopo l’esame del ricorso da parte dei giudici, dovesse essere accettata la liberazione su cauzione, il fondatore di Wikileaks dovrà rispettare una serie di condizioni, tra cui la firma ogni giorno in commissariato e l’utilizzo del braccialetto elettronico.

Regno Unito, varata la riforma dell’Università
La Camera dei Lord del Regno Unito ha adottato il progetto di legge che prevede la riforma dell’Università e un aumento delle rette fino a 9.000 sterline. Il testo è stato approvato con un’ampia maggioranza.

Haiti: epidemia di colera e crisi politica
Ad Haiti l’epidemia di colera continua a colpire la popolazione e prosegue ancora, tra numerose difficoltà, la fase di ricostruzione dopo il devastante terremoto del gennaio scorso. Uno dei candidati sconfitti alle contestate presidenziali del 28 novembre propone, intanto, di tornare alle urne per risolvere la crisi politica. Da Port Au Prince, Celine Camoin:RealAudioMP3

Un secondo turno con i 18 candidati in lizza lo scorso 28 novembre e un rimpasto del Consiglio elettorale provvisorio: è la proposta avanzata da Michel Martelly, il candidato arrivato terzo, per uscire dalla crisi. Martelly accusa il Consiglio elettorale di brogli a favore del candidato governativo, Jude Celestin, ammesso al ballottaggio insieme con Mirlande Manigat. Intanto, Celestin ha ufficialmente presentato un ricorso, rivendicando la vittoria al primo turno, con almeno il 52 per cento dei voti. Dagli Stati Uniti giungono pressioni sul governo uscente, accusato di non rispettare la volontà popolare, mentre l’organizzazione degli Stati americani e la comunità caraibica, attivamente coinvolti nel processo elettorale, avevano giudicato il voto accettabile, nonostante le irregolarità. L’impasse politica alimenta un clima di incertezza ad Haiti, ma le nuove manifestazioni annunciate finora non hanno avuto luogo. A favorire la calma è forse l’ondata di maltempo che investe il Paese, ma che peggiora la situazione dei terremotati e dei malati di colera, responsabile di 2.323 decessi in circa due mesi.

Ancora critica la situazione in Costa D’Avorio
Rischia di precipitare la situazione in Costa d’Avorio. Il presidente eletto, Ouattarà, dopo aver tentato la carta del dialogo con il suo rivale Gbagbo, che resta al potere, ora punta sulla forza. La vittoria di Ouattarà è stata decretata dalla Commissione elettorale nazionale e avallata dagli osservatori delle Nazioni Unite.

Kenya: oggi l’annuncio dei nomi dei politici incriminati
In Kenya, si temono scontri dopo la pubblicazione, prevista oggi, dei nomi dei sei politici keniani sospettati di essere i principali responsabili delle violenze postelettorali del 2008, costate la vita ad oltre 1300 persone. La crisi venne risolta con la creazione di una coalizione composta dai due contendenti alle presidenziali del 2007: Mwai Kibaki, divenuto presidente, e Raila Odinga, nominato primo ministro.

Ghana produttore di petrolio
Il Ghana si aggiunge ai Paesi produttori di petrolio. Oggi, per la prima volta, è stato estratto greggio dal giacimento offshore Jubilee, scoperto tre anni fa nel Golfo di Guinea. Inaugurando l’impianto, il presidente John Atta Mills ha detto che per il Ghana “dovrà essere una benedizione, non una maledizione”. Scoperto nel 2007 dalla ditta americana Kosmos e sfruttato dalla società anglo-irlandese Tullow Oil Plc, il giacimento è uno dei pozzi più importanti scoperti negli ultimi anni nell’Africa Occidentale. (Panoramica internazionale a cura di Amedeo Lomonaco)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 349

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