Algeri: riaperta al culto la Basilica di Notre-Dame d'Afrique simbolo di pace nel
Paese
“Un simbolo d'intesa e d'incontro”: con queste parole, l'arcivescovo di Algeri, Ghaleb
Moussa Abdalla Bader, ha commentato – riferisce “L’Osservatore Romano” - la riapertura
al culto, dopo un lungo restauro, della basilica cattolica di Notre-Dame d'Afrique,
nella capitale algerina. Alla cerimonia inaugurale, hanno preso parte assieme al presule
il primo ministro tunisino Belkhadem e il ministro per gli Affari religiosi, Ghlamallah.
Il santuario del XIX secolo, dove si venera una statua della Madonna Nera posta sull'altare
maggiore, rappresenta il simbolo più importante della presenza cristiana ad Algeri,
luogo d'incontro e di dialogo tra le religioni. Nell'abside della basilica è posta
la scritta “Nostra Signora d'Africa prega per i cristiani e per i musulmani”. Invocazione
riportata oltre che in francese, in arabo e in cabilo. Il restauro della basilica,
durato quattro anni, è costato circa 5 milioni di euro, finanziati dall'Unione europea,
dallo Stato algerino e dalla città di Marsiglia, in Francia, dove si trova la chiesa
‘sorella’ di Notre-Dame de la Garde. Il primo ministro, dopo aver evidenziato che
la presenza della basilica contribuisce a rafforzare il dialogo tra le religioni e
le varie culture, ha ribadito che in Algeria “non vige alcuna forma di restrizione
della pratica religiosa, né alcuna distinzione tra i musulmani e i cristiani”. Cosi
anche ha sottolineato il ministro per gli Affari religiosi che “tutti hanno il diritto
di praticare la propria religione nel rispetto della legge”. Ogni anno, sono migliaia
i musulmani che si recano nella basilica di Notre-Dame d'Afrique per pregare o anche
semplicemente per visitare il luogo di culto. Gli stessi fedeli musulmani, infatti,
venerano la Madonna Nera, specialmente dopo l'indipendenza del Paese e in seguito
all'evoluzione politica verso una maggiore tolleranza sociale. La piccola comunità
cattolica di Algeri e dell'intero Paese si ritrova nella basilica, il 30 aprile di
ogni anno, per celebrare la solennità della festa della Madonna d'Africa, tra canti
e preghiere. La devozione alla Madonna, in terra algerina, si affermò e si sviluppò
grazie all'opera umile e tenace di due missionarie laiche, Margherita Berger e Anna
Cinquin, giunte ad Algeri nel 1846. Non avendo trovato alcun santuario, le due missionarie
laiche posero inizialmente una piccola statua della Madonna su una pianta d'olivo
e successivamente in una minuscola cappella situata in una valle presso Algeri. La
grande devozione espressa dalla popolazione indusse poi la comunità cattolica a costruire
una cappella più grande, all'interno della quale venne intronizzata una statua di
bronzo della Madonna che prese il titolo di Nostra Signora d'Africa. Il 12 febbraio
1855 iniziarono i lavori della grande basilica attuale, che venne consacrata, il 2
luglio 1872, dal cardinale arcivescovo di Algeri, Charles Lavigerie. L'Algeria conta
una popolazione di oltre 30 milioni di persone. La comunità cristiana rappresenta
una percentuale molto piccola ed i cattolici sono poche migliaia. In base alla Costituzione,
l'islam è la religione di Stato, ma la libertà di coscienza e la libertà d'opinione
sono inviolabili. Nei giorni scorsi un giudice di un Tribunale nella regione della
Cabilia ha condannato quattro cristiani, tra cui il pastore Mahmoud Yahou - residenti
nel villaggio di Ath Atteli - con l'accusa di aver aperto un luogo di culto senza
autorizzazione. (R.G.)