Il buon governo e l’auto-sostenibilità al centro della Plenaria dei vescovi dell’Africa
australe
Si è conclusa ieri, la 9a sessione plenaria dell’Imbisa (Incontro inter-regionale
dei vescovi dell’Africa meridionale), che si era aperta il 6 dicembre a Pretoria,
in Sudafrica. Come afferma un comunicato inviato all'agenzia Fides, all’Assemblea
hanno partecipato 60 vescovi provenienti dai Paesi aderenti all’Imbisa (Angola e São
Tomé, Botswana, Sudafrica e Swaziland, Lesotho, Mozambico, Namibia e Zimbabwe). Il
tema dell’Assemblea era incentrato sull’etica del buon lavoro per la promozione del
buon governo e dell’auto-sostenibilità delle Chiese locali. L’argomento costituisce
uno sviluppo delle due precedenti conferenze, incentrate sull’ auto-sostenibilità
(Harare, Zimbabwe, nel 2004) e sulla Good Governance (Luanda, Angola, nel 2007). Un
aspetto essenziale dell’auto-sostenibilità è quello di garantire il buon governo.
Questo comprende aspetti quali la responsabilità, la trasparenza, l’efficienza e l'efficacia,
l'equità e l'inclusione. Il raggiungimento dell’autosufficienza, nella Chiesa e nella
società, dipende anche dalla promozione della buona etica del lavoro. I vescovi dei
diversi Paesi hanno espresso preoccupazione per la mancanza di una buona etica del
lavoro nella società e nella stessa Chiesa. Le ragioni di questa situazione sono:
il passato coloniale, dove pochi hanno beneficiato del lavoro altrui; il manifestarsi
di diversi problemi sociali, come la disoccupazione, la povertà, l’afflusso di persone
dalle aree rurali verso le città, il desiderio diffuso di "diventare ricchi in fretta",
il crescente divario tra ricchi e poveri, lo sfaldarsi della vita familiare e l'atteggiamento
diffuso di pretesa di diritti, trascurando i doveri; la necessità di ricostruire le
infrastrutture dopo i lunghi anni di guerra civile e di conflitti; le esigenze dell'economia
globale, che non sembrano beneficiare le persone che cercano di affrancarsi da una
vita di sussistenza. Tra le altre tematiche discusse vi era il deteriorarsi della
situazione nello Zimbabwe, con l'attuazione incompleta dell’Accordo Politico globale
del quale la Sadc (Comunità di Sviluppo dell’Africa del Sud) è garante. I vescovi
hanno espresso la loro solidarietà alle aspirazioni del popolo dello Zimbabwe e hanno
invitato tutti a cercare una soluzione pacifica basata sull’Ubuntu (termine che nell’Africa
meridionale afferma l’esistenza di un legame universale di scambio che unisce l'intera
umanità, di qui l’esigenza di unità o di consenso nel prendere decisioni) e sui principi
cristiani. (R.P.)