Un Sussidio per l'Avvento: la proposta della Caritas di Roma. Con noi, mons. Feroci
“Camminiamo nella luce del Signore. Avvento di Carità”: si chiama così il Sussidio
di preparazione al Natale che la Caritas di Roma ha voluto proporre a tutte le parrocchie
con un percorso di preghiera, meditazioni ed iniziative solidali. Disponibile anche
sul sito web www.caritasroma.it, il Sussidio segue la liturgia dell’Avvento ed è strutturato
come una guida per prepararsi al Natale del Signore. Ne parla al microfono di Tiziana
Campisi, mons. Enrico Feroci, direttore della Caritas diocesana nella capitale:
R. – Volevamo
sottolineare - presso tutte le 336 parrocchie di Roma - che l’Avvento, l’attesa del
Signore, non può essere solamente la memoria di una realtà storica: la distinzione
è tra l’averlo incontrato 2000 anni fa nell’Incarnazione del Verbo e nell’incontrarlo
oggi. La prima idea è quella di riprendere appunto questo concetto, e di sottolinearlo.
Il Signore viene, oggi, in ogni persona che io incontro: “Qualunque cosa farete al
più piccolo dei vostri fratelli l’avrete fatto a me”. Proprio in questa ottica abbiamo
quindi preparato il Sussidio che è stato concepito come un ascolto della Parola di
Dio per aiutare le nostre comunità parrocchiali ad aprire gli occhi per capire dove
si incontra il Signore, come possiamo accorgerci della sua presenza.
D
– In questo cammino che la Caritas propone per l’Avvento, quale messaggio si vuol
dare?
R. – Il messaggio che si vuol dare è che il Signore viene in ogni
persona che incontriamo, ma soprattutto viene nel povero. Lui ci ha detto: “Qualunque
cosa farete al più piccolo dei vostri fratelli l’avrete fatto a me”. In queste domeniche
d’Avvento svilupperemo alcune dimensioni specifiche: quella della preghiera e quella
dell’aiuto diretto con una raccolta fondi, oppure una raccolta di generi alimentari.
Ciò che abbiamo voluto mettere in risalto è che ciò che sarà donato non sarà mandato
alla Caritas diocesana, ma alle Caritas di ogni parrocchia. Ogni parrocchia deve sviluppare
la dimensione della preghiera soprattutto per i propri poveri, per le persone che
sono emarginate, per il Cristo che incontrano nel quartiere, intorno a loro ... In
questo modo vogliamo cercare di far comprendere che la Caritas (o la carità del vescovo)
non è solamente un ente lontano che gestisce i problemi dei poveri; la “caritas” del
vescovo è qualunque gesto che una comunità cristiana o una persona possano fare nel
territorio in cui vivono.
D. – La Caritas diocesana propone un cammino
spirituale, una riflessione personale. Ma avete anche voluto parlare di un Avvento
di carità …
R. – Un Avvento di carità perché se crediamo che il Signore
viene, oggi noi dobbiamo pensare che il Signore viene per ciascuno di noi e viene
come Lui ci ha detto: così lo ritroviamo sul volto dei nostri fratelli. La carità,
cioè l’amore, è l’accettazione del mistero di Dio, quel mistero di Dio che si è manifestato
2000 anni fa nell’Incarnazione, ma che oggi vediamo, che viene e si manifesta. Dobbiamo
cercare di far comprendere ai nostri fratelli e alle comunità cristiane che nel fratello,
nell’altro, c’è Cristo. (bf)