L’Avvento ci invita ad aspettare il Signore con fiducia: così il Papa all'Angelus
In un mondo che esalta il cambiamento, l’Avvento ci invita ad aspettare il Signore
con costanza e pazienza: è quanto sottolineato da Benedetto XVI all’Angelus, in Piazza
San Pietro. Il Papa ha ribadito che la vera speranza, che non delude mai, è quella
fondata sulla fedeltà di Dio. Dopo la recita dell’Angelus, il Santo Padre ha benedetto
i Bambinelli dei presepi, rinnovando una tradizione gioiosa, promossa dal Centro Oratori
Romani. Almeno 2 mila i bambini, che hanno voluto essere in Piazza San Pietro per
questo evento natalizio. Il servizio di Alessandro Gisotti:
Siate costanti,
fino alla venuta del Signore: il Papa ha ripreso un passo della Lettera di San Giacomo,
proposta dalla Liturgia domenicale, per mettere l’accento sul valore della pazienza.
“L’Avvento – è stata la riflessione del Pontefice – ci chiama a potenziare quella
tenacia interiore, quella resistenza dell’animo che ci permettono di non disperare
nell’attesa di un bene che tarda a venire”. Piuttosto, ha proseguito, dobbiamo aspettare
questo bene, anzi “prepararne la venuta con fiducia operosa”:
“Mi
sembra quanto mai importante, ai nostri giorni, sottolineare il valore della costanza
e della pazienza, virtù che appartenevano al bagaglio normale dei nostri padri, ma
che oggi sono meno popolari, in un mondo che esalta, piuttosto, il cambiamento e la
capacità di adattarsi a sempre nuove e diverse situazioni”. Il Papa
ha, così, ripreso l’esempio dell’agricoltore, indicato da San Giacomo, che aspetta
con costanza il prezioso frutto della terra. Un paragone, ha detto, “molto espressivo”: “L’agricoltore
non è un fatalista, ma è modello di una mentalità che unisce in modo equilibrato la
fede e la ragione, perché, da una parte, conosce le leggi della natura e compie bene
il suo lavoro, e, dall’altra, confida nella Provvidenza, perché alcune cose fondamentali
non sono nelle sue mani, ma nelle mani di Dio”.
“La pazienza e la
costanza – ha osservato – sono proprio sintesi tra l’impegno umano e l’affidamento
a Dio”. Si è così soffermato sull’esortazione a rinfrancare in nostri cuori che troviamo
nella Scrittura. “Come possiamo fare questo?”, si chiede il Papa, “Come possiamo rendere
più forti i nostri cuori, già di per sé piuttosto fragili, e resi ancora più instabili
dalla cultura in cui siamo immersi?”:
“L’aiuto non ci manca: è la
Parola di Dio. Infatti, mentre tutto passa e muta, la Parola del Signore non passa.
Se le vicende della vita ci fanno sentire smarriti e ogni certezza sembra crollare,
abbiamo una bussola per trovare l’orientamento, abbiamo un’ancora per non andare alla
deriva”.
Il modello che ci viene offerto, ha affermato il
Papa, “è quello dei profeti, cioè di quelle persone che Dio ha chiamato perché parlino
in suo nome”:
“Il profeta trova la sua gioia e la sua forza nella
Parola del Signore, e, mentre gli uomini cercano spesso la felicità per strade che
si rivelano sbagliate, egli annuncia la vera speranza, quella che non delude perché
è fondata sulla fedeltà di Dio”.
Ed ha concluso la sua riflessione
ricordando che ogni cristiano, in forza del Battesimo, “ha ricevuto la dignità profetica”
ed auspicando che ciascuno possa “riscoprirla e alimentarla”, con un "assiduo ascolto"
della Parola divina. Dopo la recita dell’Angelus, il Papa ha benedetto i Bambinelli
per i presepi portati in Piazza San Pietro dai bambini e ragazzi di Roma:
“Cari
giovani amici, quando metterete il Bambinello nella grotta o nella capanna, dite una
preghiera per il Papa e per le sue intenzioni. Grazie! Saluto anche i vostri genitori,
insegnanti e catechisti; ringrazio il Centro Oratori Romani per l’iniziativa, come
pure gli amici del Dispensario Pediatrico 'Santa Marta'".
Nei saluti
ai fedeli di lingua spagnola, il Papa ha infine ricordato l’odierna festa della Vergine
di Guadalupe, tanto cara al popolo messicano e a tutta l’America Latina. Con l’aiuto
di Maria, ha detto, possiate vivere questo tempo di gioia e speranza, impegnandovi
nell’esercizio della carità verso i più bisognosi.