Scozia: il cardinale O'Brien invoca una maggiore libertà di espressione religiosa
Nell'attuale società "si avverte sempre più urgente il bisogno di una maggiore libertà
di espressione religiosa": questo è stato il tema centrale dell'omelia pronunciata
dal cardinale Keith Michael Patrick O'Brien, arcivescovo di Saint Andrews and Edinburgh
e primate della Chiesa di Scozia, nel corso della messa cantata celebratasi mercoledì
presso la Westminster Central Hall di Londra. Durante il suo intervento, alla presenza
di numerosi fedeli, il porporato ha sottolineato "la necessità di rispettare, sostenere
e proteggere il diritto dei cristiani a vivere secondo il proprio credo e ad agire
in accordo con la loro fede". Per il cardinale O'Brien, "in Scozia, i cattolici hanno
levato la loro voce contro lo spirito di setta e l'intolleranza diretti contro la
Chiesa". Egli ha definito la libertà religiosa come "un diritto umano fondamentale
che purtroppo non viene attualmente riconosciuto nel nostro contesto in modo del
tutto ampio e completo come, invece, dovrebbe essere". Nella prima parte dell'omelia
- riferisce L'Osservatore Romano - il primate di Scozia ha proposto l'esempio di
san Thomas More come di colui che "era pronto a donare la propria vita piuttosto
che tradire la propria coscienza". Ha quindi ricordato che Giovanni Paolo II aveva
proclamato Thomas More santo patrono degli uomini politici affermando che "la sua
vita ci insegna che l'azione di governare è, sopra ogni cosa, l'esercizio della virtù".
Il cardinale ha quindi ripetuto le ultime parole pronunciate da Thomas More prima
della sua esecuzione: "muoio come leale servitore del Re ma ponendo Dio al di sopra
di ogni cosa". Il porporato ha quindi annunciato l'imminente lancio dell'iniziativa
sulla "Declaration of Christian Conscience" denominata "Westminster 2010". "Questa
iniziativa — ha sottolineato il cardinale O'Brien — è l'equivalente della “Manhattan
Declaration”, promossa lo scorso anno dall'episcopato degli Stati Uniti e che finora
è stata sottoscritta da quattrocentomila cristiani statunitensi. La “Westminster 2010”
si rivolge ai fedeli cristiani del Regno Unito, appartenenti a ogni organizzazione,
che hanno a fondamento della propria fede i valori tradizionali per la vita, per il
matrimonio e per la coscienza. Ricordando la recente visita di Benedetto XVI nel Regno
Unito, il primate di Scozia ha citato le parole che il Papa aveva pronunciato davanti
alla folla di fedeli accorsi a Westminster Hall. Nel corso dell'omelia Benedetto XVI
aveva dichiarato: "La religione non è un problema che i legislatori devono risolvere,
ma un contributo vitale al dialogo della nazione". Concludendo la predicazione, il
cardinale ha esortato i fedeli "a non essere mai timorosi di proclamare il messaggio
di Cristo per mezzo delle loro parole e delle loro azioni" e "a ricordare il Salvatore
nato in povertà e semplicità duemila anni fa". (R.P.)