Intolleranza contro i cristiani: l’editoriale di padre Lombardi
E’ stato presentato, ieri a Vienna, il Rapporto sull’intolleranza e le discriminazioni
contro i cristiani in Europa. Un documento che mette in luce la crescita del fenomeno
dell’intolleranza verso i cristiani nel Vecchio Continente. Su questo dato preoccupante
si sofferma il nostro direttore, padre Federico Lombardi, nel suo editoriale
per Octava Dies, il settimanale informativo del Centro Televisivo Vaticano:
Il Rapporto
dell’”Osservatorio sull’intolleranza e le discriminazioni contro i cristiani in Europa”
è un documento che merita attenzione. Giustamente – a motivo di orribili attentati
- si sta parlando soprattutto delle violenze e delle discriminazioni contro i cristiani
in diversi paesi del Medio Oriente, ma i cristiani incontrano crescenti difficoltà
anche in altre situazioni geografiche e culturali. Al vertice dell’Osce ad Astana,
pochi giorni fa, il cardinale segretario di Stato, Bertone, affermava con decisione
che “la comunità internazionale deve combattere l’intolleranza e la discriminazione
contro i cristiani con la stessa determinazione con cui lotta contro l’odio nei confronti
di altre comunità religiose” e descriveva un’ampia gamma di forme di intolleranza
in aree diverse. Del resto anche il Papa, nell’ormai famoso discorso a Westminster
Hall, a Londra, manifestava “la sua preoccupazione di fronte alla crescente marginalizzazione
della religione, in particolare del cristianesimo,…anche in nazioni che attribuiscono
alla tolleranza un grande valore”. L’importanza del nuovo Rapporto sta proprio nel
dare una serie lunga e circostanziata di esempi d’intolleranza verso i cristiani in
Europa: atti di vandalismo, di odio, verso chiese e simboli religiosi, manifestazioni
di odio e offese verso persone. È una base su cui valutare le dimensioni e la natura
del fenomeno. Un’offerta importante per la riflessione e l’impegno, non solo di chi
milita per la difesa del cristianesimo e dei suoi valori, ma anche di tutte le persone
oneste realmente desiderose di tutelare i valori di tolleranza e libertà di espressione
e di religione. Perché, come osservava ancora con finezza e profondità il Papa a Westminster
Hall: “La religione non è un problema da risolvere, ma un fattore che contribuisce
in modo vitale al dibattito pubblico”. Gli inglesi hanno ascoltato con attenzione
e rispetto. Ci auguriamo che lo facciano tutti.