In libreria il “Dizionario dei Giochi” un modo per conoscere culture e tradizioni
“Il gioco come stimolo, metodo per conoscere culture e tradizioni”. E’ una delle sfide
nel nuovo “Dizionario dei Giochi” edito da Zanichelli e realizzato grazie al contributo
di Andrea Angiolino e Beniamino Sidoti. Oltre 6500 voci, da Abaco a Zuzzurellone,
per spiegare termini, regolamenti, vecchi e nuovi giochi. Il testo nato con lo scopo
di essere un vero e proprio prontuario ludico, di fatto rappresenta un’occasione
per scoprire origini, segreti e metafore del mondo fatto da “abilità e fantasia”.
Massimiliano Menichetti:
Da
tavolo, di movimento, di carte, di parole, fanciulleschi, matematici e tanti altri
ancora. Sono i momenti ludici raccontati e spiegati nel nuovo dizionario Zanichelli
dedicato ai Giochi; non un semplice testo per rintracciare significati e curiosità,
ma un vero e proprio percorso culturale che consente, giocando, di scoprire itinerari
storici e sociali. Andrea Angiolino, autore del testo insieme a Beniamino Sidoti:
“Giocare
è certamente un’attività leggera, però possiamo dire ha degli ottimi effetti collaterali.
Diceva Giampaolo Dossena, un grande scrittore di giochi, che Cartesio ha inventato
le coordinate cartesiane e per secoli gli insegnanti hanno provato a spiegarle agli
alunni che non li ascoltavano; ma da quando hanno iniziato a giocare sotto i banchi
a battaglia navale – e quindi ad usare per gioco, queste coordinate – esse sono entrate
immediatamente nella loro conoscenza. Questo per dire che i giochi, nella loro semplicità,
sono in realtà una cosa molto seria perché insegnano nozioni, ma anche regole e lo
stare insieme agli altri”.
Nomi di giocatori, azioni, oggetti del gioco
che spaziano nei cinque continenti, proponendo un vero e proprio viaggio nelle culture
del mondo. Ancora Angiolino:
“Il dizionario offre la possibilità, diciamo
di viaggiare con la fantasia nel mondo, ci sono giochi africani, dove ad esempio l’usanza
è quella di barare quando li si insegna. Questa è una cosa che non ci deve far inorridire,
perché si tratta di una forma di cortesia che si usa nei confronti dell’avversario
per non farlo sentire sciocco se perde quando gioca la prima volta. Citiamo un gioco
giapponese, costruito con dei materiali raffinatissimi: pedine bianche lievemente
più piccole di quelle nere, perché essendo poi più luminose sembrino come le altre…
e tanti altri ancora”
Ogni gioco racconta, dunque, delle culture in cui
nasce ed in cui vive. E questo vale anche per la storia. Ancora Angiolino:
“Cito
per tutti gli scacchi vichinghi che, al contrario dei nostri, prevedono un re al centro
della scacchiera che cerca di scappare verso il bordo ed un’orda di pedoni che vengono
dai bordi e cercano di fermarlo. Questo ci dà appunto un’idea di come i vichinghi
vedevano una battaglia ben diversa dalla battaglia di Canne e di Waterloo che assomiglia
molto più ai nostri scacchi tradizionali. Quindi il gioco è un grande indizio delle
culture. Nel volume citiamo anche i libri, i film, i fumetti ed i poemi in cui i giochi
sono presenti. Andiamo addirittura a scomodare una commedia di Goldoni per ricostruire
le regole della Meneghella. Vediamo così che il gioco entra a far parte della cultura
alta e su questo dialogo fra cultura bassa e alta abbiamo costruito molti aneddoti
e speriamo di aver reso in tal modo il dizionario una lettura agevole e divertente
e non solo un libro di consultazione”. (vv)