Egitto: i copti accusano il governo di discriminare i cristiani
Ancora proteste in Egitto in seguito alla durissima reazione delle forze di sicurezza
durante le manifestazioni legate alla costruzione bloccata della chiesa delle Piramidi.
Durante la manifestazione del 24 novembre le forze di sicurezza hanno aperto il fuoco
sulla folla disarmata che circondava la sede del governatore di Giza, uccidendo tre
persone. Un bambino di quattro anni ha perso la vita perché soffocato dai gas lacrimogeni.
Molte decine di persone sono rimaste ferite a causa della brutalità della repressione
della polizia; fra di essi 38 bambini. Le forze di sicurezza - riferisce l'agenzia
AsiaNews - hanno arrestato 168 copti, che sono ancora detenuti; fra loro ci sono 20
minori, al di sotto dei 18 anni di età, che sono rinchiusi nel centro di detenzione
giovanile di Al Marg. Una richiesta per la loro liberazione è giunta anche da International
Christian Concern (Icc), un organismo con base negli Stati Uniti che ha come compito
quello di monitorare la situazione dei cristiani nel mondo. Il 4 dicembre scorso il
responsabile dell’Unione egiziana per i diritti umani, Naguib Ghobrial, ha organizzato
una manifestazione davanti all’Alta corte dell’Egitto a cui hanno partecipato sia
cristiani che musulmani per chiedere la liberazione dei detenuti, in particolare dei
minori, e l’incriminazione del governatore di Giza e del capo della Sicurezza che
il 24 novembre autorizzarono l’uso di pallottole attive contro i manifestanti. Aidan
Clay, direttore regionale per il Medio Oriente per Icc, ha detto: “Mentre la maggior
parte degli attacchi contro i copti sono commessi da gruppi di musulmani, l’attacco
sui manifestanti disarmati è stato il primo, a memoria recente, autorizzato da una
branca del governo e compiuto da forze di sicurezza egiziane. La persecuzione anti-cristiana
in Egitto sta raggiungendo un nuovo livello, dal momento che i copti non sono solo
discriminati, ma sono presi a bersaglio e uccisi dal governo. Chiediamo al presidente
Mubarak di agire immediatamente per perseguire chi ha autorizzato l’attacco e liberare
i manifestanti detenuti, in particolare i ragazzi. Se non fa così, sarà chiaro che
il regime di Mubarak e i tribunali egiziani autorizzano e incoraggiano la violenza
contro i cristiani”. (R.P.)