Nobel per la Pace a Liu Xiaobo: il diploma sulla sedia vuota per il dissidente cinese
in carcere
Si è tenuta oggi ad Oslo la cerimonia di conferimento del premio Nobel per la Pace
al dissidente cinese, Liu Xiaobo, che sta scontando una condanna a 11 anni per “incitazione
alla sovversione”. Poco prima del conferimento è arrivato anche un nuovo appello del
presidente statunitense Obama per liberazione del dissidente cinese. Tensione a Pechino:
nei giorni scorsi oltre 250 attivisti cinesi per i diritti umani sono stati arrestati
per evitare che si potessero recare nella capitale norvegese. Il servizio di Marco
Guerra:
Il diploma
e la medaglia del premio Nobel per la Pace, Liu Xiaobo, sono stati poggiati sulla
sedia vuota dove avrebbe dovuto sedersi il dissidente cinese, che sta scontando 11
anni di carcere in Cina per sovversione. Il gesto del presidente del Comitato del
Nobel, Thorbjoern Jagland, è il momento culminante della cerimonia di conferimento
tenutasi nel municipio di Oslo. Liu “ci ricorda Nelson Mandela” ha poi detto Jagland,
nel ricordare che il premio “non viene mai assegnato per offendere”, ma piuttosto
per “mettere in relazione diritti umani, democrazia e pace”. Liu “ha solo esercitato
i suoi diritti civili, deve essere rilasciato", ha infine esortato il presidente del
Comitato unendosi all’appello lanciato pochi minuti prima dalla Casa Bianca per la
liberazione dell’attivista cinese. “Merita il Nobel più di me”, ha inoltre sottolineato
il presidente americano, Barack Obama. Ma quella del vincitore del Nobel per la Pace
2010, Liu Xiaobo, non è l’unica assenza significativa che si è registrata nella capitale
norvegese. La reazione contraria di Pechino, che ha definito il conferimento una “farsa
tribale”, ha suscitato un aspro dibattito internazionale. Almeno 19 Paesi, fra cui
Russia ed Egitto, non hanno presenziato alla cerimonia per motivi di opportunità politica.
La polizia cinese ha invece rafforzato le misure di sicurezza volte a impedire che
l'avvenimento venga celebrato da amici e sostenitori di Liu. I siti web di alcuni
mezzi di comunicazione internazionali sono inaccessibili da ieri in tutta la Repubblica
popolare. Secondo il gruppo Chinese Human Rights Defenders, l'attivista e amico del
Premio Nobel, Zhang Zuhua, gli avvocati democratici Li Fangping e Teng Biao, il giornalista
Gao Yu e altre decine di persone sono state costrette a lasciare la capitale e vengono
sorvegliate a vista. Tuttavia, a Pechino, si è svolta una manifestazione di protesta
di fronte alla sede delle Nazioni Unite per chiedere la scarcerazione di Liu Xiaobo.