2010-12-10 15:01:08

La Pontificia Accademia Romana di Archeologia celebra i suoi 200 anni


La Pontificia Accademia Romana di Archeologia celebra i suoi 200 anni. Una cerimonia commemorativa, ieri in Roma, ne ha ripercorso la storia e la missione, evidenziando il contributo prezioso e attuale che essa offre attraverso l’opera di tutela e valorizzazione dei beni archeologici e artistici di epoca antica e medievale. Tra gli interventi, il saluto dei cardinali Tarcisio Bertone, segretario di Stato vaticano e protettore della Pontifica Accademia, e Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura. C’era per noi Claudia Di Lorenzi:RealAudioMP3

“Non c’è dubbio che il mondo contemporaneo abbia sempre più bisogno di memoria storica (…) Se la cultura dominante è improntata all’immediatezza e al 'carpe diem', nell’animo umano emerge, prima o poi, insopprimibile, il desiderio di sapere da dove veniamo, su quale strada stiamo camminando, per capire anche chi siamo e dove andiamo. In una parola, la domanda di senso”. Il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone spiega così il valore e l’attualità del contributo culturale offerto dalla Pontifica Accademia Romana di Archeologia, che fin dalla fondazione, nel 1810, promuove la tutela e la valorizzazione dell’archeologia e della storia dell’arte antica e medievale. Un impegno per la promozione della memoria storica dell’umanità, del senso vivo del passato, che risponde ad un’esigenza culturale primaria e urgente. Come sottolinea il cardinale Gianfranco Ravasi:

“Un filologo del secolo scorso di grande rilievo, Giorgio Pasquali, nel 1920 scriveva che chi non ricorda, non vive. Il ricordo costituisce non soltanto la possibilità di uno sguardo retroattivo ad un passato che può essere apparentemente ricoperto di polvere, ma è soprattutto la sostanza per riuscire a comprendere noi stessi che entriamo nel presente e ci apriamo al futuro. L’uomo smemorato non sa dov’è, né dove andare”.

Un riferimento irrinunciabile per l’uomo di oggi che nella proposta della Pontificia Accademia Romana di Archeologia si offre ricco di sfumature e suggestioni. La Prof.ssa Letizia Pani Ermini, presidente dell’istituto:

“Da noi vengono le ultime scoperte in campo internazionale. Parliamo di scoperte in Africa, in Turchia, degli scavi nell’Isola di Malta, studi sulla scultura di Costantinopoli, battisteri della Spagna a Barcellona, della Francia a Poitiers”.

Un patrimonio storico e culturale che mostra una sorprendente attualità. Ancora il cardinale Ravasi:

“L’archeologia è uno degli esempi tipici del recupero della memoria del passato e anche per riuscire ad affermare, da una parte il valore della bellezza – perché normalmente i monumenti hanno in sé una loro grandezza, una loro nobiltà che spesso, oggi, è andata persa con elementi di bruttura e di bruttezza; dall’altra parte, c’è anche il valore dello spirito: il passato, il più delle volte, ci offre grandi modelli, grandi esperienze, personaggi, che incarnano in sé valori, virtù ed esperienze umane profonde. Recuperarle è anche un modo per riuscire ad attualizzarle”.

Un recupero strutturale che non può prescindere dunque dal recupero di una sensibilità artistica e culturale, necessaria per cogliere appieno il messaggio che giunge a noi dalle opere antiche. Ancora il cardinale Ravasi:

“Come diceva giustamente un poeta tedesco, Wilms, noi abbiamo per esempio grandi monumenti – pensiamo alle cattedrali – che spesso sono ridotti ad essere soltanto 'gusci vuoti', non solo perché certe volte – come accade per certi monumenti anche in Italia – la degenerazione fa sì che questi monumenti non riescano più neppure a vivere, ma anche dall’altra parte non hanno più al loro interno quel respiro che era il respiro di coloro che hanno continuato ad usarlo. Visitare un grande monumento non è soltanto vederlo, ma anche entrare in un’atmosfera. Nel caso, poi, dei grandi templi è anche entrare in una spiritualità ancora viva”.







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