Il cardinale Scola a Lublino: Cristo offre all’uomo “una risposta esauriente”
Cristo offre all’uomo “una risposta esauriente”. Lo ha detto ieri pomeriggio il cardinale
patriarca di Venezia, Angelo Scola, nella Lectio magistralis tenuta all’Università
cattolica “Giovanni Paolo II” di Lublino, in Polonia. Lo riferisce il Sir. “In che
modo “la centralità storica e cosmica di Cristo” può ancora “incontrare l’interesse
dell’uomo odierno? Cosa offre Cristo alla sua ragione iper-esigente e alla sua libertà
spesso insoddisfatta?”. È l’interrogativo intorno al quale è ruotata la riflessione
del cardinale Scola in occasione del conferimento, da parte dell’Ateneo, del dottorato
honoris causa. Dopo il saluto del rettore Stanisalw Wilk, cui sono seguite la lettura
della delibera del Senato e la laudatio dell’arcivescovo di Lublino, mons. Józef Zyciński,
il cardinale Scola si è soffermato su “L’insegnamento di Karol Wojtyla-Giovanni Paolo
II e l’uomo postmoderno”. Secondo il porporato, nella cultura odierna in cui assistiamo
a “un ritorno del sacro” non “privo di ambiguità”, e che “impone alla fede cristiana
una svolta cruciale”, la domanda non è più “Esiste Dio?”, bensì “Come nominare Dio
oggi, come narrare di Lui all’uomo?”. “Per incontrare Dio – ha spiegato - l’uomo postmoderno
dovrà cercarlo sulle vie lungo le quali” egli stesso - “essere che esiste ma non ha
in sé il principio della propria esistenza - si attesta”. Cristo, ha sottolineato
il cardinale Scola, offre all’uomo “una risposta esauriente” senza “annullarne la
libertà dal momento che” Egli “non pre-decide il dramma del singolo” ma, “rivelandosi
ad un tempo non solo come redentore universale ma anche come capo della creazione,
si attesta come l’Evento che spiega l’uomo all’uomo”. “In tale Evento la libertà infinita”
di Dio “si piega” sulla “libertà finita dell’uomo, liberandola”. Dunque, secondo il
patriarca di Venezia, “la cristologia non surroga l’antropologia e quest’ultima può
fare alla prima tutto il suo indispensabile spazio”. “Nella persona storica di Gesù
Cristo – ha concluso il cardinale Scola - si trovano veramente unificate e proiettate,
nell’escatologia del mondo nuovo/cieli nuovi, tutte le dimensioni antropologiche”.