Congo. I missionari: le violenze contro i civili continuano nell’indifferenza generale
“Il dramma dell’est della Repubblica Democratica del Congo (RDC) continua, mentre
la Comunità internazionale vi assiste impotente, indifferente, passiva o, addirittura,
complice” afferma la newsletter inviata a Fides dalla “Rete Pace per il Congo”, promossa
dai missionari. “Omicidi, stupri, attacchi a mano armata e saccheggi fanno parte di
una lunga lista di crimini perpetrati contro una popolazione civile inerme e stremata,
sono le nefaste conseguenze di un losco traffico d’armi e dello sfruttamento illegale
delle risorse minerarie” accusano i missionari. Di recente mons. Mélchisédech Sikuli
Paluku, vescovo di Butembo-Beni, insieme a tutto il clero locale ha denunciato che
nel Nord Kivu, “è in gestazione un genocidio”. “Si sa che in Occidente la politica
è condizionata dagli interessi della finanza e dell’economia. Per questo, la Comunità
internazionale, destinataria delle risorse minerarie provenienti dalla RDC, teme lo
scontro con le multinazionali, vere detentrici del potere e tace di fronte alla tragedia
congolese. È vero che, a livello internazionale, si cominciano a fare alcune prime
proposte per sconfiggere il commercio illegale delle risorse naturali. In questo senso,
il Congresso americano ha approvato una legge che, per evitare importazioni di minerali
forniti da gruppi armati, esige dalle multinazionali americane di dimostrare l’origine
dei minerali originari della RDC. Si tratta di un piccolo passo in avanti, ma si è
solo agli inizi” afferma la “Rete Pace per il Congo”. Lo sfruttamento illegale delle
risorse minerarie gode, purtroppo, anche di complicità locali: gruppi armati, ufficiali
militari e responsabili politici congolesi si lasciano facilmente corrompere dalle
multinazionali straniere, in vista di un arricchimento personale a scapito del bene
comune dell’intera popolazione. Il 26 novembre a Parma si è tenuta la Tavola rotonda,
dal titolo “Togliere il velo del silenzio sul Congo. I massacri in RDC e il saccheggio
delle risorse nel recente Rapporto ONU”. Si tratta del rapporto, di circa seicento
pagine, dell’Alto Commissariato ONU per i Diritti umani, pubblicato ufficialmente
il 1° ottobre 2010, dal titolo: "Rapporto del Progetto Mapping concernente le violazioni
più gravi dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario, commesse tra
marzo 1993 e giugno 2003 sul territorio della Repubblica Democratica del Congo”. La
Tavola Rotonda è stata promossa dalla Rete Pace per il Congo, dal Dipartimento di
Studi Politici e Sociali e dal Corso di Laurea Magistrale in Giornalismo e Cultura
editoriale dell’Università di Parma. Tra gli oratori c’era Mathilde Muhindo Mwamini,
già deputato nazionale in Congo, impegnata nel sostegno alle donne a Bukavu, nella
provincia del Sud-Kivu, che ha portato la testimonianza dell’ampiezza del dramma delle
donne dell’est della RD Congo, bersaglio della violenza della guerra, oggetto di stupri
e abusi di ogni sorta, inflitti per umiliare tutto un popolo e distruggerne il futuro.