Asia Bibi in pericolo anche in carcere. Si teme un’esecuzione sommaria
Asia Bibi, la donna condannata a morte in Pakistan per blasfemia, è in pericolo anche
in carcere. A lanciare l’allarme all’agenzia Fides sono la famiglia della donna e
la “Fondazione Masihi”, che si sta occupando dell’assistenza legale ad Asia Bibi.
Si teme che la donna, contro cui si sono susseguite varie minacce di morte, possa
essere uccisa durante la detenzione o durante le fasi di appello del processo. Il
mullah di Peshawar ha anche apertamente messo una taglia di 500 mila rupie, oltre
4400 euro, sulla testa di Asia Bibi. La comunità cristiana, intanto, moltiplica gli
sforzi per sostenere la donna in questa drammatica situazione. Un cristiano pachistano,
Yunis Kushi, appoggiato da associazioni della società civile, sia cristiane sia musulmane,
ha presentato in particolare un’istanza alla Corte Suprema del Paese chiedendo un’azione
contro la condanna a morte di Asia Bibi e contro i responsabili dell’incitamento all’odio
religioso e all’assassinio. Si ricordano, in particolare, i passi della Costituzione
pachistana in cui si ribadiscono i principi di libertà, eguaglianza e giustizia sociale
per tutti i cittadini e per le minoranze religiose. (A.L.)