2010-12-08 19:29:22

Siamo tutti figli di Dio, senza distinzioni di nazionalità, colore o lingua: così il Papa nel tradizionale omaggio all’Immacolata di Piazza di Spagna


Siamo tutti figli di Dio, “una grande famiglia” senza distinzione di nazionalità, di colore o di lingua: con queste parole, oggi pomeriggio, Benedetto XVI ha reso il tradizionale omaggio alla statua dell’Immacolata di Piazza di Spagna, a Roma. Il messaggio di Maria, ha ribadito il Papa, è quello di fiducia e speranza per il mondo intero. Al suo arrivo, il Santo Padre è stato accolto dal cardinale vicario, Agostino Vallini, dal sindaco della città, Gianni Alemanno, e da tantissimi fedeli. Benedetto XVI ha poi sostato brevemente davanti alla chiesa della Santissima Trinità. Il servizio di Isabella Piro RealAudioMP3

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È un sole pallido quello che colora Piazza di Spagna all’arrivo del Papa, un sole che esce a fatica dalle nubi gonfie di pioggia, ma che scalda i tantissimi fedeli e pellegrini radunati ai piedi di Maria. D’altronde Benedetto XVI lo ricorda: quello che si riceve dalla Madre di Dio è sempre molto di più rispetto a quello che si offre. Perché Maria ci parla con la Parola di Dio e il suo messaggio è Gesù:

Maria ci dice che siamo tutti chiamati ad aprirci all’azione dello Spirito Santo per poter giungere, nel nostro destino finale, ad essere immacolati, pienamente e definitivamente liberi dal male. Ce lo dice con la sua stessa santità, con uno sguardo pieno di speranza e di compassione, che evoca parole come queste: “Non temere, figlio, Dio ti vuole bene; ti ama personalmente”.

È rivolto a tutti il messaggio di Maria, continua il Papa, “anche a chi non ci pensa, a chi non ricorda neppure la Festa dell’Immacolata, a chi si sente solo e abbandonato”, perché lo sguardo di Maria “è lo sguardo di Dio su ciascuno”:

Anche se tutti parlassero male di noi, lei, la Madre, direbbe bene, perché il suo cuore immacolato è sintonizzato con la misericordia di Dio. Così lei vede la Città: non come un agglomerato anonimo, ma come una costellazione dove Dio conosce tutti personalmente per nome, ad uno ad uno, e ci chiama a risplendere della sua luce. E quelli che agli occhi del mondo sono i primi, per Dio sono gli ultimi; quelli che sono piccoli, per Dio sono grandi.

La Madre di Dio è colei che conosce più di tutti la potenza della grazia divina, afferma Benedetto XVI, e sa che nulla è impossibile a Dio, “capace addirittura di trarre il bene dal male”:

Ecco, cari fratelli e sorelle, il messaggio che riceviamo qui, ai piedi di Maria Immacolata. È un messaggio di fiducia per ogni persona di questa Città e del mondo intero. Un messaggio di speranza non fatto di parole, ma della sua stessa storia: lei, una donna della nostra stirpe, che ha dato alla luce il Figlio di Dio e ha condiviso tutta la propria esistenza con Lui!

Il nostro destino, allora, è proprio questo: essere santi come Dio Padre, essere immacolati come Gesù:

…essere figli amati, tutti adottati per formare una grande famiglia, senza confini di nazionalità, di colore, di lingua, perché uno solo è Dio, Padre di ogni uomo.

Infine, il Papa chiede a Maria il conforto per i malati, i coraggio per i giovani, il sostegno per le famiglie, affinché tutti abbiano la forza di “rigettare il male e scegliere il bene”, anche quando questo “costa e comporta l’andare contro-corrente”.

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Ma qual è l’esatto significato del dogma dell'Immacolata, definito da Papa Pio IX nel 1854? E come non confonderlo con altri titoli riferiti a Maria? Tiziana Campisi lo ha chiesto al mariologo padre Stefano De Fiores:RealAudioMP3

R. – Bisogna evitare un equivoco: quello di confondere l’Immacolata Concezione che riguarda la persona di Maria, nel primo istante della sua esistenza, con la verginità di Maria, che invece è una decisione nella sua vita, quando è cosciente, quindi quando ha già fatto un bel cammino di anni, e cioè almeno fino alla sua adolescenza. E potremmo dire che l’Immacolata Concezione è questo: non è un privilegio che allontana Maria da noi, perché prima della differenza c’è l’uguaglianza. L’uguaglianza è in questo: sia Maria che noi siamo redenti da Cristo. Noi siamo redenti mediante la liberazione dal peccato, mentre per Maria si tratta di una preservazione dal peccato originale, cioè Gesù è stato perfettissimo mediatore per Maria in quanto non ha aspettato che lei cadesse nel peccato per poi risollevarla, ma la sua grazia redentrice fu talmente forte da impedire che Maria cadesse nel peccato.

D. – Come comprendere allora, in questo senso, il libero arbitrio di Maria?

R. – Maria è stata prevenuta dalla grazia in maniera tutta speciale, però questa grazia non toglie la libertà, perché Dio non può trattare noi – da Lui creati liberi – come se non fossimo liberi! E infatti, a Maria viene chiesto il consenso per l’incarnazione del Figlio di Dio. Lei avrebbe potuto dire di 'no': sostenuta dalla grazia, ha potuto dare quel sì completo, totale, perfetto di disponibilità “senza alcun peso di peccato”, dice il Concilio Vaticano II. E quindi, con la pienezza della sua umanità ha potuto aderire a Dio sospendendo tutta la sua vita alla Parola di Dio, alla promessa che Dio le aveva fatto di renderla Madre del Figlio di Dio.

D. – In che modo leggere, vivere la collocazione di questa festività nell’immediata vicinanza del Natale?

R. – Nell’Avvento, noi abbiamo la preparazione che viene dal Profeta Isaia con il suo invincibile ottimismo ci spinge a lavorare per un mondo nuovo, per un mondo di pace. Poi viene Giovanni il Battista che ci fa vedere che è la via della conversione, quella che può veramente portarci alla salvezza; alla fine, ecco che viene Maria come la preparazione radicale alla venuta del Messia. Infatti, Maria ci insegna la piena disponibilità, quindi Maria è la preparazione più perfetta perché noi possiamo accogliere veramente il Verbo di Dio che si fa carne. Sicché, come dice Benedetto XVI, ormai noi non possiamo più fare teologia senza mariologia, perché il nostro Dio è il Dio incarnato nel grembo della Vergine Maria per opera dello Spirito. (gf)







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