Il Papa, questo pomeriggio in Piazza di Spagna, per il tradizionale atto di venerazione
all'Immacolata
Attesa per l’arrivo di Benedetto XVI, questo pomeriggio in piazza di Spagna a Roma,
per il tradizionale atto di venerazione alla Madonna, nell’odierna solennità dell'Immacolata
Concezione di Maria. Il Santo Padre giungerà intorno alle 16 - dopo una breve sosta
davanti la chiesa della Santissima Trinità, per l’omaggio dell’Associazione dei commercianti
di via Condotti – e sarà accolto dal cardinale vicario Agostino Vallini e dal sindaco
Gianni Alemanno, oltre che da esponenti di associazioni e confraternite mariane e
come sempre da numerosi fedeli e pellegrini. Ricordiamo che è stato il Papa Pio IX
nel 1854 a definire il dogma dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria,
e ad inaugurare tre anni dopo il monumento dell’Immacolata nel cuore di Roma. Dogma,
le cui radici sono da ricercare all’antica devozione che risale ai primi secoli della
cristianità. Già i Padri della Chiesa d'Oriente, infatti, nell'esaltare la Madre di
Dio, usavano espressioni che la ponevano al di sopra del peccato originale. Ma qual
è l’esatto significato di questo dogma e come non confonderlo con altri titoli riferiti
a Maria? Tiziana Campisi lo ha chiesto al mariologo padre Stefano De Fiores:
R. – Bisogna
evitare un equivoco: quello di confondere l’Immacolata Concezione che riguarda la
persona di Maria, nel primo istante della sua esistenza, con la verginità di Maria,
che invece è una decisione nella sua vita, quando è cosciente, quindi quando ha già
fatto un bel cammino di anni, e cioè almeno fino alla sua adolescenza. E potremmo
dire che l’Immacolata Concezione è questo: non è un privilegio che allontana Maria
da noi, perché prima della differenza c’è l’uguaglianza. L’uguaglianza è in questo:
sia Maria che noi siamo redenti da Cristo. Noi siamo redenti mediante la liberazione
dal peccato, mentre per Maria si tratta di una preservazione dal peccato originale,
cioè Gesù è stato perfettissimo mediatore per Maria in quanto non ha aspettato che
lei cadesse nel peccato per poi risollevarla, ma la sua grazia redentrice fu talmente
forte da impedire che Maria cadesse nel peccato.
D. – Come comprendere
allora, in questo senso, il libero arbitrio di Maria?
R. – Maria è stata
prevenuta dalla grazia in maniera tutta speciale, però questa grazia non toglie la
libertà, perché Dio non può trattare noi – da Lui creati liberi – come se non fossimo
liberi! E infatti, a Maria viene chiesto il consenso per l’incarnazione del Figlio
di Dio. Lei avrebbe potuto dire di 'no': sostenuta dalla grazia, ha potuto dare quel
sì completo, totale, perfetto di disponibilità “senza alcun peso di peccato”, dice
il Concilio Vaticano II. E quindi, con la pienezza della sua umanità ha potuto aderire
a Dio sospendendo tutta la sua vita alla Parola di Dio, alla promessa che Dio le aveva
fatto di renderla Madre del Figlio di Dio.
D. – In che modo leggere,
vivere la collocazione di questa festività nell’immediata vicinanza del Natale?
R.
– Nell’Avvento, noi abbiamo la preparazione che viene dal Profeta Isaia con il suo
invincibile ottimismo ci spinge a lavorare per un mondo nuovo, per un mondo di pace.
Poi viene Giovanni il Battista che ci fa vedere che è la via della conversione, quella
che può veramente portarci alla salvezza; alla fine, ecco che viene Maria come la
preparazione radicale alla venuta del Messia. Infatti, Maria ci insegna la piena disponibilità,
quindi Maria è la preparazione più perfetta perché noi possiamo accogliere veramente
il Verbo di Dio che si fa carne. Sicché, come dice Benedetto XVI, ormai noi non possiamo
più fare teologia senza mariologia, perché il nostro Dio è il Dio incarnato nel grembo
della Vergine Maria per opera dello Spirito. (gf)