2010-12-08 14:47:41

Chiude la Campagna della Caritas Europa "Zero Poverty": la lotta alla povertà chiede giustizia sociale e contrasto all'evasione fiscale


Con una tavola rotonda si conclude oggi pomeriggio a Bruxelles la Campagna “Zero Poverty”, promossa dalla Caritas Europa nell’Anno Europeo 2010 per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale. Roberta Gisotti ha intervistato don Livio Corazza, responsabile della Caritas Italiana per l’Europa:RealAudioMP3

D. – Don Livio, la campagna “Zero poverty” mirava soprattutto ad una presa d’atto della povertà spesso nascosta e che affligge milioni di famiglie, ma la povertà – si dice – non fa notizia se non è collegata ad eventi drammatici. Allora qual è stato il bilancio di questa campagna?

R. – E’ stato positivo perché per la prima volta le Caritas di tutta Europa si sono unite in un’unica campagna. Questo ci aiuta anche ad allargare il cerchio di quanti che con noi possano contribuire alla lotta alla povertà. Le Caritas diocesane sono state protagoniste e quasi tutte hanno promosso delle iniziative, coinvolgendo non soltanto il circuito ecclesiale ma anche persone appartenenti ad istituzioni sociali e civili. Certamente ci sono stati anche aspetti negativi: qualcuno ha sottovalutato questa opportunità e molte amministrazioni locali e statali non si sono molto interessate nel sensibilizzare i cittadini. Gli stessi mezzi di comunicazione sociale hanno trascurato questa campagna. Noi abbiamo potuto vedere come della povertà – come lei stessa diceva giustamente – ci si occupa soltanto di fronte a situazioni gravi: basta ricordare proprio quest’anno la vicenda dei rom. Devo dire, però, che nonostante questo, credo che in molti sia cresciuta la sensibilità sul fatto che la povertà è una questione che interessa tutti: non è soltanto il problema di qualcuno e non si può di conseguenza sempre delegare ad altri il compito di risolverlo.

D. – Sì, don Livio, la povertà interessa tutti. Secondo i dati ufficiali sono quasi 80 milioni i poveri nell’Unione Europea, persone che vivono con redditi inferiore al 60 per cento del reddito medio familiare registrato nei loro Paesi. Per altro verso non abbiamo i dati di quanti ricchi vivono con redditi altissimi, anche questi spesso nascosti nell’illegalità. Non crede, don Livio, che la povertà si combatta anche attraverso sistemi fiscali equi e trasparenti e lotta all’evasione a frutto dell’intera comunità?

R. – Certamente. Lei faceva cenno ad un dato clamoroso: gli 80 milioni di poveri dell’Unione Europea. Se consideriamo poi anche i poveri delle altre Nazioni non dell’Unione Europea possiamo considerare che lo Stato più grande e più popolato di tutto il continente europeo è composto da soli poveri. Questo in un continente che di solito viene considerato fra i più ricchi e i più benestanti è certamente scandaloso e clamoroso! Allora ci si domanda: “Cosa possiamo fare per lottare contro la povertà?”. Paghiamo le tasse: se tutti pagassero le tasse, se tutti agissero secondo la giustizia sociale, credo che questo rappresenterebbe una grande svolta anche nella lotta alla povertà. Da rilevare poi che questo Anno europeo dedicato alla lotta alla povertà è capitato nel pieno della crisi finanziaria ed economica, causata proprio da soggetti della finanza e dalle banche - almeno si dice - ma che è ricaduta soprattutto sui poveri. Credo che ci siano tantissimi milioni di poveri in Europa, ma ci sono anche tante persone ricche, anche solo semplicemente garantite e credo che se tutti intervenissero e facessero qualcosa, riusciremmo a sconfiggere la povertà. Concludo dicendo che certamente “Zero Poverty” è un sogno: pensare di azzerare la povertà è un sogno, ma noi dobbiamo crederci, perché soltanto così riusciremo ad abbattere, a diminuire la povertà, ma solo credendoci! (mg)







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