Chiude la Campagna della Caritas Europa "Zero Poverty": la lotta alla povertà chiede
giustizia sociale e contrasto all'evasione fiscale
Con una tavola rotonda si conclude oggi pomeriggio a Bruxelles la Campagna “Zero
Poverty”, promossa dalla Caritas Europa nell’Anno Europeo 2010 per la lotta alla povertà
e all’esclusione sociale. Roberta Gisotti ha intervistato don Livio Corazza,
responsabile della Caritas Italiana per l’Europa:
D. – Don
Livio, la campagna “Zero poverty” mirava soprattutto ad una presa d’atto della povertà
spesso nascosta e che affligge milioni di famiglie, ma la povertà – si dice – non
fa notizia se non è collegata ad eventi drammatici. Allora qual è stato il bilancio
di questa campagna?
R. – E’ stato positivo perché per la prima volta
le Caritas di tutta Europa si sono unite in un’unica campagna. Questo ci aiuta anche
ad allargare il cerchio di quanti che con noi possano contribuire alla lotta alla
povertà. Le Caritas diocesane sono state protagoniste e quasi tutte hanno promosso
delle iniziative, coinvolgendo non soltanto il circuito ecclesiale ma anche persone
appartenenti ad istituzioni sociali e civili. Certamente ci sono stati anche aspetti
negativi: qualcuno ha sottovalutato questa opportunità e molte amministrazioni locali
e statali non si sono molto interessate nel sensibilizzare i cittadini. Gli stessi
mezzi di comunicazione sociale hanno trascurato questa campagna. Noi abbiamo potuto
vedere come della povertà – come lei stessa diceva giustamente – ci si occupa soltanto
di fronte a situazioni gravi: basta ricordare proprio quest’anno la vicenda dei rom.
Devo dire, però, che nonostante questo, credo che in molti sia cresciuta la sensibilità
sul fatto che la povertà è una questione che interessa tutti: non è soltanto il problema
di qualcuno e non si può di conseguenza sempre delegare ad altri il compito di risolverlo.
D. – Sì, don Livio, la povertà interessa tutti. Secondo i dati ufficiali
sono quasi 80 milioni i poveri nell’Unione Europea, persone che vivono con redditi
inferiore al 60 per cento del reddito medio familiare registrato nei loro Paesi. Per
altro verso non abbiamo i dati di quanti ricchi vivono con redditi altissimi, anche
questi spesso nascosti nell’illegalità. Non crede, don Livio, che la povertà si combatta
anche attraverso sistemi fiscali equi e trasparenti e lotta all’evasione a frutto
dell’intera comunità?
R. – Certamente. Lei faceva cenno ad un dato clamoroso:
gli 80 milioni di poveri dell’Unione Europea. Se consideriamo poi anche i poveri delle
altre Nazioni non dell’Unione Europea possiamo considerare che lo Stato più grande
e più popolato di tutto il continente europeo è composto da soli poveri. Questo in
un continente che di solito viene considerato fra i più ricchi e i più benestanti
è certamente scandaloso e clamoroso! Allora ci si domanda: “Cosa possiamo fare per
lottare contro la povertà?”. Paghiamo le tasse: se tutti pagassero le tasse, se tutti
agissero secondo la giustizia sociale, credo che questo rappresenterebbe una grande
svolta anche nella lotta alla povertà. Da rilevare poi che questo Anno europeo dedicato
alla lotta alla povertà è capitato nel pieno della crisi finanziaria ed economica,
causata proprio da soggetti della finanza e dalle banche - almeno si dice - ma che
è ricaduta soprattutto sui poveri. Credo che ci siano tantissimi milioni di poveri
in Europa, ma ci sono anche tante persone ricche, anche solo semplicemente garantite
e credo che se tutti intervenissero e facessero qualcosa, riusciremmo a sconfiggere
la povertà. Concludo dicendo che certamente “Zero Poverty” è un sogno: pensare di
azzerare la povertà è un sogno, ma noi dobbiamo crederci, perché soltanto così riusciremo
ad abbattere, a diminuire la povertà, ma solo credendoci! (mg)