Rapporto Ifad: diminuisce la povertà rurale nel mondo
Negli ultimi dieci anni almeno 350 milioni di abitanti delle zone rurali del mondo
sono riusciti a uscire dal vincolo della povertà. È quanto emerge dall’ultimo Rapporto
sulla povertà rurale stilato del Fondo internazionale per lo Sviluppo agricolo (Ifad)
e presentato a Roma da Kanayo F. Nwanze, presidente dell’agenzia delle Nazioni Unite.
Lo studio, di cui dà notizia l'agenzia Misna, rileva poi che i migliori progressi
sono stati accertati in Asia orientale, in particolare in Cina, dove la povertà assoluta
- coloro che vivono con meno di un euro al giorno – è diminuita da 365 milioni a 117,
ovvero un calo del 29%. In totale controtendenza l’Africa subsahariana dove il livello
di povertà nelle zone rurali ha avuto un “aumento allarmante”: da 268 a 306 milioni,
considerando inoltre che quasi un terzo della popolazione mondiale che vive in condizioni
di povertà, vive nel continente. Per l’occasione il numero uno dell’Ifad ha quindi
sottolineato che “è giunto il momento di considerare i piccoli agricoltori e gli imprenditori
rurali poveri in un modo completamente nuovo: non come casi umani da compatire, ma
come persone che, con la loro capacità di innovare, il loro dinamismo e il loro impegno,
porteranno benessere alle proprie comunità e una maggiore sicurezza alimentare al
mondo nei prossimi decenni. Persiste la necessità pressante di investire di più e
in modo più efficiente nell’agricoltura e nello sviluppo rurale”, ha proseguito Nwanze,
valutando “un nuovo approccio all’agricoltura su piccola scala che sia al tempo stesso
sostenibile e orientato al mercato”. Oltre a prezzi sempre più instabili degli alimenti
sul mercato, anche il cambiamento climatico ha influito nel limitare l’accesso alle
risorse naturali e a rendere problematica la produzione agricola . “Dobbiamo riuscire
a creare un contesto che permetta alle donne e agli uomini che vivono nelle aree rurali
di superare i rischi e le sfide che si trovano ad affrontare nel loro sforzo di gestire
con successo le proprie fattorie e le altre attività economiche che intraprendono”
ha concluso Nwanze. Per quanto riguarda l'America Latina le zone agricole hanno diminuito
la povertà assoluta di quasi il 50%. Rimane però “un numero importante di contadini
che vivono con meno di un euro al giorno - si legge nel documento - e risulta quindi
necessario un sistema agricolo più sostenibile e preparato ad affrontare i rischi
ambientali e commerciali che si presentano e si presenteranno”. Tra le cause che influiscono
sulle condizioni di vita “la scarsità di opportunità, le gravi disuguaglianze che
colpiscono giovani, donne, bambini e un carente livello di istruzione e formazione”.
In considerazione di una sostenuta crescita demografica, secondo l’Ifad entro il 2050
la produzione agricola deve aumentare di almeno il 70% rispetto ai livelli attuali.
(M.G.)