Pakistan: si accende lo scontro per modificare la legge sulla blasfemia
In Pakistan è sempre più forte il confronto per modificare la legge sulla blasfemia,
dopo la condanna a morte di Asia Bibi, donna cristiana madre di cinque figli. Ieri
l’Associazione degli avvocati dell’Alta corte di Lahore ha adottato, all’unanimità,
una risoluzione in cui si chiede al governo federale di non fare alcun emendamento
alla sezione 295-c del Codice penale pakistano che prevede la pena di morte, o l’ergastolo,
per chi è colpevole di blasfemia. L’Associazione ha inoltre dichiarato che il governo
non deve cedere alle pressioni internazionali a questo riguardo. La risoluzione approvata
afferma che i mezzi di comunicazione nazionali e internazionali e personalità eminenti
hanno lanciato una campagna per obbligare il governo a modificare la legge sulla blasfemia.
Mentre si attende che l’Alta corte di Lahore fissi la data per l’udienza di appello
di Asia Bibi, condannata a morte per blasfemia, crescono i timori che la donna possa
restare vittima di un attentato. Secondo quanto riferisce l'agenzia AsiaNews, un totale
di 46 persone sono state uccise, in maniera illegale, dal 1990 al 2010 in seguito
ad accuse di blasfemia. Le informazioni hanno rivelato che 28 degli uccisi erano cristiani.
Di questi 24 sono stati uccisi in Punjab, la regione in cui abitava Asia Bibi. Oltre
ai 28 cristiani, sono stati uccisi 15 musulmani, due Ahmadi e un indù. Tutte queste
persone sono state o uccise fuori del carcere, in seguito ad accuse di blasfemia,
o sono stati trovate morte in prigione in circostanze sospette. Padre Abid Hahib,
di Lahore, ha detto di credere che le uccisioni extra-giudiziarie sollevino il problema
della sicurezza di chi è nella mani della polizia. “La Chiesa cattolica ha sempre
condannato incidenti tragici di questo genere e da lungo tempo stiamo facendo campagna
per l’abolizione di queste leggi”. Padre John Gill, osservatore responsabile per l’Asia
del sud per Human Rights Watch, ha detto che il Pakistan resta un laboratorio di violazioni
dei diritti umani in nome della religione se la legge sulla blasfemia non verrà modificata
o abolita. La Commissione nazionale di giustizia e pace è fra le organizzazioni che
chiedono l’abolizione di questa legge. Il segretario esecutivo Peter Jacob ha detto:
“In una società come il Pakistan dove le persone possono essere facilmente istigate
a farsi giustizia da sé, una legge del genere dovrebbe essere abolita immediatamente”.
Lo studioso islamico Javed Ahmad Ghamidi ha detto che il Corano non parla di punizioni
per la blasfemia. Intanto i parlamentari cristiani del Punjab hanno effettuato una
protesta silenziosa uscendo dall’aula del Parlamento perché il presidente dell’Assemblea
Rana Iqbal Ahmed ha impedito loro di prendere la parola sul caso di Asia Bibi, dicendo
che era un argomento “sensibile” . Ma in seguito, quando ha parlato con molta veemenza
sull’argomento Ali Haider Noor Niazi del Jamiat Ulema-e-Pakistan, un partito religioso
islamico, il presidente non l’ha interrotto. (M.G.)