Il ciclo della Radio Vaticana dedicato al Concilio: una riflessione sulla "Dei Verbum"
Non uno sforzo umano di comprensione del mistero divino, ma una "comunicazione" di
tale mistero fatta all'uomo direttamente da Dio. La religione cristiana si fonda su
questo, sul concetto-cardine della "Rivelazione". Il Vaticano II lo ribadì solennemente
il 18 novembre 1965, quando Paolo VI promulgò la Costituzione dogmatica Dei Verbum.
E' su questo importantissimo documento che si sofferma oggi la quinta puntata del
ciclo di riflessioni sul Concilio curate da padre Dariusz Kowalczyk:
Qual è la
specificità del cristianesimo che lo rende ben differente dalle altre religioni? Il
termine-chiave per rispondere a tale domanda è “Rivelazione”. Non è dunque sorprendente
che per molti uno dei documenti più importanti del Concilio Vaticano II sia la Costituzione
sulla Divina Rivelazione Dei Verbum, che ha trovato la sua recente continuazione
nell’Esortazione postsinodale Verbum Domini del papa Benedetto XVI. Infatti,
la fede cristiana non è una religione nata dallo sforzo umano di scoprire Dio. Questa
è la risposta all’azione di Dio che ha voluto liberamente rivelarsi all’uomo.
Il
Concilio dice: “Piacque a Dio nella sua bontà e sapienza rivelarsi in persona […].
Dio volle manifestare e comunicare se stesso”. Allora la Rivelazione non è soltanto
l'insieme delle verità di fede contenute nella Sacra Scrittura e nella Tradizione.
Anzi, non esiste un elenco dei dogmi che potrebbe pretendere di racchiudere tutta
la fede cristiana. Al centro della Rivelazione sta l’incontro con la Persona, con
Gesù Cristo. Perciò ogni riforma della Chiesa e nella Chiesa deve cominciare dall’esperienza
viva di Gesù che ci è venuto e ci viene incontro. Tanti nuovi movimenti cattolici
hanno il loro inizio in tale riscoperta. Giovanni Paolo II nella lettera Novo millennio
ineunte, che costituisce un “testamento” del Papa per la Chiesa del XXI secolo, afferma:
“No, non una formula ci salverà, ma una Persona, e la certezza che essa ci
infonde: Io sono con voi! Non si tratta, allora, di inventare un 'nuovo programma'.
Il programma c'è già […] Esso si incentra, in ultima analisi, in Cristo stesso”.
L’aggiornamento
conciliare consiste nel cercare una risposta giusta a questo “Io sono con voi”.
Però – come ci ricorda il Concilio – non si può trovarla senza la lettura della Bibbia:
“L'ignoranza delle Scritture, infatti, è ignoranza di Cristo”.