Riaperti a Ginevra i colloqui sul programma nucleare iraniano
Dopo oltre un anno di stallo, si sono riaperti a Ginevra i colloqui tra l'Iran e il
cosiddetto gruppo dei '5+1' - Usa, Russia, Cina, Gran Bretagna e Francia, più la Germania
- sul controverso programma nucleare della Repubblica Islamica. A rappresentare la
comunità internazionale è tuttavia la sola Catherine Ashton, responsabile per la Politica
Estera e di Sicurezza Comune dell'Unione Europea, mentre per la delegazione di Teheran
è presente il capo negoziatore, Saeed Jalili. Il dialogo tra Teheran e il '5+1' si
era interrotto per il rifiuto iraniano di accettare un eventuale scambio tra la rinuncia
all'arricchimento in proprio dell'uranio e l'ottenimento di forniture di combustibile
nucleare. Un punto che sembra aver perso d’attualità dopo l’annuncio di Teheran della
raggiunta autosufficienza nel processo di arricchimento dell’uranio. Sentiamo il professor
Maurizio Simoncelli, esperto di questioni nucleari per l’Arcihvio Disarmo. L’intervista
è di Stefano Leszczynski.
R. – Un dato
nuovo è la dichiarazione del governo iraniano che praticamente annuncia di essere
autosufficiente in materia nucleare. Questo vuol dire che Teheran non ha più bisogno
di far arrivare prodotti fissili dall’esterno e non ha bisogno di tecnologie. In poche
parole, è una dichiarazione di totale autonomia. Questo certamente va a complicare
notevolmente il quadro internazionale.
D. – Cosa è cambiato dopo il richiamo
del direttore dell’Agenzia atomica, che ha detto: “Se l’Iran non ci permette di verificare,
noi non possiamo escludere che stia preparando un programma militare nucleare”?
R.
– Questo è il grosso problema. Tutti quanti ormai tendono a considerare che l’Iran
stia provando a fare questo passo che potrebbe permettergli di assumere un diverso
ruolo nella geografia dell’area mediorientale, ma anche a livello asiatico.
D.
– Da un punto di vista di politica internazionale, c’è anche una novità in questi
colloqui: il fatto che, in realtà, la comunità internazionale venga rappresentata
da Catherine Ashton, la responsabile per la politica estera e di sicurezza comune
dell’Unione Europea…
R. – E’ un segnale atteso da tanto tempo, che l’Unione
Europea possa farsi sentire con una voce unitaria e non con più voci giocate secondo
gli interessi delle singole cancellerie nazionali. Sarebbe opportuno che l’Europa,
proprio per poter contare di più sulla scena internazionale, riuscisse ad esprimersi
sempre e ovunque in modo coerente.
D. – Wikileaks avrebbe anche svelato dei
documenti in cui si parla di rapporti tra l’Iran e la Corea del Nord, in materia proprio
di scambio di aiuti sul nucleare. Secondo lei si tratta di fantapolitica o è qualcosa
di possibile?
R. – Non mi sorprenderebbero accordi di questo genere, anche
perché – ricordiamo – che la Corea utilizza il nucleare per una serie di partite economiche
a livello internazionale.
D. - Quindi, in questo senso, anche l‘incontro e
il dialogo tra Obama e Hu Jintao, proprio sul nucleare iraniano, assume insomma anche
un diverso significato?
R. – Decisamente, perché il ruolo della Corea del Nord
è destabilizzante non solamente nel quadro dell’Estremo Oriente ma, come vediamo,
possiamo trovarlo anche nel quadro del Vicino e Medio Oriente. (ap)