2010-12-06 15:03:23

Perù: al via la legge sulla libertà religiosa; uguali diritti per le diverse confessioni


Con 62 voti a favore e un'astensione il Congresso peruviano ha approvato la cosiddetta legge sulla libertà religiosa, che ha l'obiettivo di garantire il diritto fondamentale di ogni persona alla libertà di culto, come sancito dalla Costituzione. La legge fa esplicito riferimento al riconoscimento delle espressioni religiose dei popoli andini, amazzonici e afroperuviani e al diritto di praticare il rispettivo credo. “Si tratta di una norma storica, all'avanguardia e soprattutto giusta — ha commentato all’Osservatore Romano, Javier Valle Riestra, parlamentare appartenente alla coalizione di governo — perché riconosce l'assoluta libertà e lo stesso trattamento dello Stato nei confronti delle differenti religioni”. E per Alda Lazo, altro membro del Congresso, la legge è importante perché “promuove anche l'inclusione sociale”, riferendosi alle minoranze coinvolte dal dispositivo. Il provvedimento abbraccia molteplici aspetti della libertà del singolo individuo e delle istituzioni confessionali: dalla pratica dei riti, all'obbligo per scuole e luoghi di lavoro di rispettare i giorni considerati sacri dal credente, fino a includere la possibilità da parte degli enti religiosi di beneficiare di donazioni e di esenzioni tributarie. Le istituzioni iscritte nel registro degli enti religiosi che abbiano un manifesto radicamento nel territorio — si legge in uno degli articoli — “godranno di esoneri, benefici tributari e franchigie” attraverso specifiche convenzioni che potranno siglare con lo Stato. Ciò apre la possibilità che altre entità religiose possano accedere ad accordi, alla stregua del concordato che la Chiesa cattolica mantiene con la Repubblica peruviana. L'iscrizione nel registro, che ha come fine l'ottenimento del riconoscimento civile degli enti religiosi, è su base volontaria. Il provvedimento, inoltre, prevede il riconoscimento dei titoli accademici consegnati dal Seminario evangelico di Lima e dal Seminario biblico. Altro punto della nuova legge è l'obbligo, per tutte le istituzioni educative, di rispettare il diritto degli alunni a non frequentare i corsi di religione per motivi di coscienza, senza che ciò comprometta la loro carriera scolastica. Inoltre si stabilisce la validità dell'obiezione di coscienza anche nel caso che un individuo si rifiuti di adempiere un dovere legale in ragione delle proprie convinzioni morali o religiose. Le sole critiche raccolte dalla legge arrivano da alcuni rappresentanti delle comunità evangeliche del Perú, secondo il quali non sono state recepite le proposte che il gruppo delle minoranze religiose nel Paese ha avanzato fin dal 2007. “Le minoranze — ha dichiarato all'agenzia Efe il direttore esecutivo dell'Unione delle chiese cristiane evangeliche del Perú, Raquel Gago — volevano e speravano una legge inquadrata nella cornice del principio di laicità, con la separazione totale tra Stato e Chiesa. Non vogliamo privilegi economici perché alla lunga sono pregiudizievoli per le confessioni religiose e debilitano il sistema democratico”. Gli evangelici, con il 12,5%, rappresentano la seconda religione del Paese, dopo quella cattolica, seguita da oltre l'80% della popolazione.(M.G.)







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