Iraq: continua l'esodo delle famiglie cristiane accolte dalle comunità in diaspora
Nell’esodo dei fedeli cristiani dall’Iraq – che dopo le recenti violenze cercano rifugio
in Europa, America, Oceania – centinaia di famiglie cattoliche caldee si sono rifugiate
negli ultimi giorni in Turchia, in attesa di raggiungere Paesi dove vi sono folte
comunità di fedeli cattolici Caldei della diaspora, pronti ad accoglierle. Il vicario
patriarcale degli assiro-caldei in Turchia, mons. François Yakan, ha reso noto che
la sua comunità sta accogliendo i rifugiati cristiani iracheni e li sta aiutando a
sbrigare le pratiche legali e amministrative presso l’Alto Commissariato Onu per i
Rifugiati, per condurli verso paesi terzi. A coordinare l’accoglienza dei profughi
cristiani iracheni nelle diverse nazioni - riferisce l'agenzia Fides - è "l'Associazione
di solidarietà per emigrati e rifugiati” che raccoglie i fedeli assiro-caldei a livello
internazionale. Mons. Yakan ha rimarcato che “i caldei sono emigrati in tutto il mondo
e tutto il mondo ha le porte aperte per noi”, sottolineando che le comunità Caldee
si sono adoperate per una colletta di solidarietà in favore dei loro fratelli che
soffrono. Centinaia di famiglie cristiane si stanno trasferendo anche nel Kurdistan
iracheno, restando in Iraq e rientrando nella categoria degli “sfollati interni”.
L’autorità regionale del Kurdistan rende noto, però, di non avere ricevuto alcun sostegno
dalla comunità internazionale, nè dal governo centrale, nonostante la crescente presenza
di immigrati cristiani nella regione. I cristiani stanno ricevendo una buona accoglienza
ma, se l’esodo continuerà, la regione potrebbe ben preso trovarsi in una crisi umanitaria:
per questo, secondo gli osservatori, il flusso va guidato e controllato, mentre occorrono
aiuti finanziari per garantire i servizi di accoglienza e i servizi sociali di base.
(R.P.)