India: i cristiani celebrano la “Domenica di liberazione dei dalit”
I cristiani in India hanno celebrato ieri la “Domenica di liberazione dei dalit”;
una decisione presa di comune accordo dalla Conferenza episcopale cattolica indiana
e dal Consiglio nazionale delle Chiese, per sensibilizzare i fedeli sulla situazione
di ingiustizia che si perpetua nei confronti dei dalit sia cristiani che musulmani.
Padre Vincent, uno specialista in questo campo che è stato segretario della Campagna
nazionali per i diritti dei dalit , afferma all'agenzia AsiaNews che i cristiani dalit
sono quelli più umiliati: "non hanno protezione legale (come i dalit indù); vengono
perseguitati; la maggior parte di loro sono segregati, umiliati; una comunità priva
di spazi e posizioni sociali, economici e politici dentro e fuori la chiesa”. In generale,
il destino delle “Scheduled Castes”, cioè dei dalit, e delle Scheduled Tribes, delle
tribù native, è molto triste. Dopo che sono passati così tanti anni dall’indipendenza
dell’India, devono subire ancora molta oppressione e sofferenza. Ma i dalit cristiani
e musulmani in particolare, soffrono ancora di più. Come risultato dell’ordinanza
presidenziale del 1950, essi sono stati privati di tutte le facilitazioni a cui potrebbero
far ricorso in base alla Costituzione, sulla base del fatto che queste due religioni
non riconoscono le caste. Questa è un’anomalia, perché i dalit buddisti e jainisti
godono di quei benefici, anche se le loro religioni non accettano le caste. Inoltre
i dalit cristiani non sono coperti dalla Legge di prevenzione delle atrocità del 1989,
e di conseguenza nei loro confronti c’è una violenza continua e crescente. Padre Vincent
afferma: “E’ un peccato che nel momento in cui la Chiesa indiana è in maniera predominante
una Chiesa dalit, dal momento che i dalit sono circa il 70% dei cristiani, nelle varie
denominazioni, essa debba dedicare una giornata speciale a sollevare all’interno della
Chiesa stessa il problema della preoccupazione che la situazione dei dalit suscita.
Oltre a essere considerati e trattati da intoccabili, i dalit cristiani subiscono
ogni tipo di oppressione e violenza”. E ha aggiunto: “La conversione non cambia le
vite o lo status inumano dei dalit cristiani”. Sulla violenza padre Vincent spiega
che “è la violenza da parte delle forze integraliste indù il cui slogan è 'l’India
agli Indù'. Sebbene gli indù formino l’83% della popolazione totale dell’India, le
forze integraliste sono contro la conversione della gente ad altre fedi, specialmente
quella cristiana. Per almeno vent’anni una violenza su larga scala è stata scatenata
contro i cristiani, dicendo di voler fermare le conversioni. Le situazioni peggiori
sono state vissute dal cristiani dalit che vivono nelle campagne e dai tribali. Nelle
aree urbane il danno più che dalla violenza contro le persone, è fatto alle strutture
e agli edifici della Chiesa. Ma nelle aree rurali gli sciovinisti indù attaccano le
persone, oltre a dare alle fiamme case, rifugi e sale di preghiera. Khandamal in Orissa
è l’esempio recente su larga scale di ciò che accade ai dalit cristiani e tribali”.
(R.P.)